Separare le carriere ora si può

 Angela Stella Il Riformista 15 febbraio 2023

“Sono convinto che oggi ci siano le condizioni politiche, a differenza di quanto accadde nella scorsa legislatura, per procedere ad una riforma così importante come quella che riguarda la separazione delle carriere in magistratura”: è stato ottimista l’onorevole di Azione Enrico Costa ieri durante una conferenza stampa alla Camera convocata insieme a esponenti di Lega, Forza Italia, Italia Viva per illustrare tutte le proposte di legge sul tema incardinate sia alla Commissione Affari Costituzionali che Giustizia. Presenti anche  Beniamino Migliucci, presidente del Comitato promotore per la separazione delle carriere e l'avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione Camere Penali Italiane: questo perché, hanno ricordato i penalisti, la loro proposta di legge di iniziativa popolare è stata ripresa "integramente o in larga parte dai testi" dei parlamentari. Per Caiazza “la separazione carriere è una riforma che ha come obiettivo quello di restituire forza e credibilità al giudice e alle sentenze” in un processo che “secondo la Costituzione esige parità delle parti tra accusa e difesa e pretende un giudice terzo. Questa terzietà non può essere affidata alla virtù del giudice, ma deve essere consacrata in una diversità ordinamentale: è lo schema che appartiene a tutte le grandi democrazie occidentali”. Secondo Migliucci portare avanti questa riforma “non significa arrecare un danno alla magistratura ma conferire maggiore autorevolezza ai giudici”. Le proposte molto simili tra loro: propongono in sostanza, ha spiegato sempre Migliucci “concorsi separati per pm e giudici per accedere in magistratura e due Csm separati: uno composto da pubblici ministeri e membri laici, con la maggioranza dei togati garantita dalla presenza del Procuratore generale di Cassazione, l’altro con metà laici e metà togati, ed in più il primo presidente di Cassazione”. È intervenuto poi Nazario Pagano, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio: “Ho ritenuto opportuno e necessario calendarizzare subito la discussione di questi disegni di legge. Il fatto che su un tema specifico convergano ben quattro disegni di legge, sostanzialmente della stessa portata, da parte di quattro gruppi differenti, rende evidente che su questo tema c’è una convergenza”, anche da parte di “gruppi non appartenenti alla maggioranza: di questo un buon Presidente di commissione deve prendere atto e dare una priorità”. "Sono ben consapevole - ha concluso - di quanto sia complessa una riforma costituzionale, non solo per via delle quattro letture, ma anche perché il tema è particolarmente discusso. Mai come in questo momento, però, lo si percepisce come un tema popolare e la politica deve tenerne conto”. “Il legislatore – ha detto il compagno di partito  Antonino Calderone, Capogruppo di FI in commissione Giustizia a Montecitorio  - deve intervenire con fermezza e serietà senza condizionamenti esterni. Forza Italia ha presentato questa proposta di legge e anche altre formazioni politiche vogliono la riforma: siamo convinti che vedrà la luce in questa legislatura perché siamo molto determinati”. "Due italiani su 3 non credono più al sistema giustizia”, ha sottolineato Jacopo Morrone della Lega e “quale migliore riforma può aiutare a far tornare fiducia nei confronti della magistratura? Una riforma che però secondo lui non dovrebbe avere "colore politico". “La politica deve assumersi la responsabilità" di raggiungere l'obiettivo, ha incalzato Roberto Giachetti (IV), perché se “la magistratura è in questa situazione non è colpa della magistratura, ma della politica che alla fine si è sempre voltata dall'altra parte”. Il grande assente della conferenza stampa è stato Fratelli d’Italia che pure nel programma ha la separazione delle carriere. Aveva spiegato due giorni fa il presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio (FdI): “non prenderò parte alla
conferenza stampa perché avevo preso precedentemente altri impegni. Per quanto riguarda invece il fatto che Fratelli d'Italia non ha ancora depositato un progetto di legge in questo senso spiego che l'idea del partito è quella di presentare una riforma complessiva del processo penale, come già annunciato dal
Guardasigilli o Nordio, all'interno della quale si dovrà inserire anche il tema della separazione delle carriere”. Potrebbe essere questo un segnale che conferma che la premier Meloni non vuole uno scontro con la magistratura?


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