Testa smentisce maretta con la Lega

 Di Valentina Stella Il Dubbio 5 aprile 2022



"Il Fatto Quotidiano come al solito fa supposizione errate. Non c'è nessuna maretta con la Lega. Ci siamo visti recentemente e ci sentiamo costantemente per decidere il da farsi sulla campagna referendaria": così la Tesoriera del Partito Radicale, Irene Testa, replica all'articolo di domenica del giornale di Travaglio per cui non correrebbe buon sangue tra i due comitati. Secondo il Fatto, al Carroccio i radicali avrebbero rinfacciato la decisione di non depositare le firme ma solo le delibere dei Consigli regionali, escludendo così il Partito dai fondi e dalla possibilità di fare campagna ufficiale in tv. Ma anche su questo punto la radicale smorza la polemica: " non sarebbe cambiato nulla. Non sono due tribune referendarie in più che chiediamo, ma che vi siano dibattiti veri tra responsabili politici gestiti da Rai Parlamento ". A proposito di questo, in televisione i referendum non esistono: " Il 16 febbraio - ricorda Testa -  la Corte costituzionale ha ammesso al voto popolare cinque quesiti referendari. Grande eco mediatico hanno avuto quelli non ammessi mentre una coltre di silenzio ha continuato a nascondere ai cittadini quelli ammessi sulla Giustizia. Ci siamo ritrovati con zero informazione nei mesi di raccolta firme. Oggi, con una guerra in corso che presumibilmente durerà ancora a lungo, tutta l'informazione è concentrata su quanto accade in Ucraina. In queste condizioni il servizio pubblico continua a negare ai cittadini la possibilità di conoscere il merito dei quesiti e le ragioni dei promotori. Per questo stiamo valutando possibili iniziative da intraprendere". E intanto il 12 giugno, giorno del voto, si avvicina: " si poteva legittimamente rimandare il voto amministrativo e referendario a metà ottobre. In questo modo ci sarebbe stato il tempo per richiamare la Rai  a garantire il servizio pubblico sul tema. Purtroppo per alcuni temi che riguardano in prima persona i cittadini - come la riforma della giustizia - l'informazione pare del tutto inesistente. Si è deciso per una tornata elettorale e referendaria tra il 12 e il 26 giugno. Questo equivale a boicottare la partecipazione popolare, a delegittimare ulteriormente la politica, a boicottare i referendum. Se questo è l’obiettivo lo si può considerare sin d’ora raggiunto.Non abbiamo bisogno di ulteriori considerazioni per spiegare cosa questo significhi per la tenuta democratica del Paese". Ricordiamo che l'Italia ad agosto scorso è stata già condannata dalla Cedu per l’emarginazione mediatica dalla Rai della Lista Marco Pannella. Intanto il destino dei referendum si incrocia con quello della riforma del Csm: " Il potere dei pm è quello degli arresti facili. Se si vota ad esempio a favore del quesito sull'abuso della custodia cautelare si riduce anche la principale fonte di sbilanciamento delle dinamiche interne alla magistratura a favore di una sola componente, i pm appunto. La riforma della giustizia è la madre di tutte le battaglie. Abbiamo scelto con la Lega di Matteo Salvini i temi più urgenti e necessari che la politica, a nostra valutazione, farebbe molta fatica a realizzare per via parlamentare. Tuttavia abbiamo molta fiducia nel lavoro della Ministra Cartabia. Molto meno della possibilità di accordo tra le forze di maggioranza. Questa battaglia ci vede in prima linea da oltre trent'anni. I referendum sono imprescindibili perché potrebbero rappresentare uno snodo decisivo per accelerare il percorso verso il traguardo della giustizia giusta. Marco Pannella e la storia del Partito Radicale hanno dimostrato che le più grandi riforme sono avvenute grazie ai referendum", conclude Testa.  

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