Intervista a Francesca Izzo sulla maternità surrogata

 di Valentina Stella  Il Dubbio 25 aprile 2022

L'accademica Francesca Izzo, già parlamentare del Partito Democratico, è tra le fondatrici della rete femminista 'Se non ora quando - Libere' e tra le referenti italiane della Coalizione internazionale contro l’utero in affitto (Ciams). Con lei torniamo a discutere del tema della maternità surrogata, essendosi anche riaperto il dibattito alla Camera dove sono in discussione diverse proposte di legge.

Onorevole, in Parlamento sono all'ordine del giorno diverse proposte e disegni di legge (Forza Italia, Lega, Fratelli D'Italia) che mirano, con le dovute differenze, a vietare la maternità surrogata. Che ne pensa?

Le proposte in discussione cercano di risolvere una specie di lacuna della legge 40/2004: essa, pur vietando la maternità surrogata in Italia, offre la possibilità alle coppie di recarsi nei Paesi dove la pratica è consentita e di tornare poi qui per tentare di farsi riconoscere il bambino. Quindi le proposte in discussione mirano a rendere effettivo il divieto della pratica della surrogata. Come ha ricordato la Corte Costituzionale nel 2017 l'utero in affitto "offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane". Si tratta una pratica degradante sia per la donna che per il bambino il quale viene al mondo grazie a un contratto di carattere commerciale. Contro di essa l'associazione di cui faccio parte si è battuta e continua a farlo all'interno di una rete internazionale. La via maestra, secondo noi, è quella di far diventare la maternità surrogata un reato universale: bisognerebbe impegnare i Governi affinché intervengano per giungere a questo risultato, per evitare di dover intervenire ogni  qualvolta una legge presenti una falla, come nel caso della legge 40. Oppure come in Spagna dove qualche settimana fa il Tribunal Supremo (la nostra Cassazione) ha emesso una netta sentenza contro la maternità surrogata, stabilendo che i contratti di gravidanza per utero in affitto sono nulli a tutti gli effetti, perché violano i diritti fondamentali della donna gestante e del neonato. E che comunque il riconoscimento della relazione materno-filiale della madre non biologica può avvenire solo mediante l’adozione.

Lei ha parlato del problema della commercializzazione. Tuttavia esiste un'altra proposta di legge in materia a favore della maternità surrogata. Considerata come pratica "solidale e altruistica nel rispetto degli standard internazionali in materia dei diritti umani, infatti, consentirebbe di evitare gli abusi che spesso discendono proprio dalle lacune normative esistenti". Non sarebbe una buona soluzione che vede quindi la scienza realizzare il diritto alla genitorialità di chi non può?

È ridicola la pretesa di definire altruistica la surrogata. Lei davvero crede che qualcuno per un atto di generosità verso estranei o anche conoscenti si sottoporrebbe ad una fecondazione assistita, ad una gravidanza e poi a un parto? 

Però nel 1994 Novella Esposito, a Salerno, a seguito di un parto difficoltoso perse l’utero e la bambina appena nata e la sua mamma, poco più che quarantenne, si prestò per portare in grembo l’embrione prodotto con i gameti della figlia e del marito della figlia.

Ma per questo basta rivolgersi ad un Tribunale e viene consentito. Il resto sono pure sciocchezze. La questione vera è la commercializzazione, ammessa ad esempio negli Stati Uniti e in Ucraina. 

Ma la legalizzazione renderebbe tutto più sicuro e scongiurerebbe i viaggi all'estero.

Non è detto. Se si leggessero i contratti che vengo stipulati ci si renderebbe conto di quanto siano inquietanti le cose che vi troviamo dentro. Si tratta di una pratica davvero degradante e sempre di più sono convinta che vada abolita. 

"L’utero è mio e lo gestisco io": così gridava nelle strade degli anni '70 il movimento femminista per la liberazione della donna; non solo più mamme e mogli,  ma individui capaci di decidere la propria vita, dal punto di vista lavorativo, sociale e anche sessuale. Quello slogan sembra però in contrasto con il divieto alla maternità surrogata che limita fortemente il diritto alla libertà procreativa. 

È ignobile chiamare in causa il concetto di autodeterminazione per sostenere la maternità surrogata. Le spiego perché. "L’utero è mio e lo gestisco io" è stato un motto molto forte in quegli anni. Io provengo da quella storia, ho fatto quelle battaglie. Quindi conosco bene il significato di questo slogan. Appunto per questo le dico che, per esempio, la legalizzazione dell'aborto per la quale abbiamo combattuto non prevedeva una libertà assoluta, nel senso di arbitrio. La legge infatti ora introduce dei limiti, disegna una cornice all'interno della quale potersi muovere. E comunque noi abbiamo ottenuto la legalizzazione dell'aborto perché abbiamo sostenuto che la gravidanza e la maternità mettono in gioco la donna nella sua interezza, corpo e personalità. Ricorrendo al concetto del tutto nuovo di autodeterminazione fu possibile allora affermare la libertà femminile senza cadere nella rivendicazione di un diritto individuale all’aborto che avrebbe attivato un corrispondente diritto del concepito, in paradossale conflitto con la madre. Il paradosso è che lo stesso principio di autodeterminazione è stato ora stravolto dall’utero in affitto, un processo generativo spezzettato (l’ovocita, la gravidanza, il neonato sono elementi a sé stanti) in cui la donna-madre sparisce. Tutto si riduce ad un assemblaggio per “fabbricare” bambini. Alla gravidanza si toglie ogni “pregnanza” fisica, emotiva, relazionale e simbolica e alla donna che “affitta” il suo ventre è sottratta la sua personalità. Quindi se mai dovesse passare l'idea di autodeterminazione sostenuta da chi vuole introdurre l'utero in affitto nel nostro Paese, salterebbe immediatamente l'argomentazione che ci ha permesso di ottenere la legge sull'aborto. Questa materia è complessa e non va affrontata con le semplificazioni degli schieramenti partitici, come invece ancora una volta è accaduto giovedì in commissione Giustizia della Camera con la polarizzazione destra/sinistra, a meno che pd e 5stelle non  siano arrivati a condividere l’idea che l’utero in affitto sia una conquista di libertà!


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