Riforma della giustizia a colpi di tweet

 di Valentina Stella Il Dubbio 13 aprile 2022

Ieri la partita sulla riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario si è giocata a colpi di tweet. Come anticipato nel pezzo di ieri i lavori della Commissione Giustizia sono rimasti bloccati ieri fino al termine del voto di fiducia sul decreto riguardante il contenimento dei costi dell'energia, che, nel momento in cui andiamo in stampa, è ancora in corso. Poi l'Ufficio di Presidenza della Commissione ha deciso che il voto sul Csm si sarebbe svolto dalle 21 alle 24 per poi riprendere oggi nel primo pomeriggio dopo la seduta dell'Aula, con la previsione di dare il mandato al relatore domani. Ma sembra impossibile poter raggiungere questo risultato considerato il numero elevato di emendamenti ancora da votare. Mentre a Montecitorio succedeva tutto questo,   alcuni leader di partito si sono mandati messaggi via social. Ad iniziare, impallinando l'accordo fino ad ora raggiunto, è stato Matteo Renzi che ha cinguettato: "Non voteremo la riforma della giustizia perché non è una riforma. L'azione di Bonafede era dannosa, quella della Cartabia inutile. Meglio così ma ancora non ci siamo". Ha poi spiegato nella sua E-News:  "Sulla riforma del Csm siamo gli unici che non voteranno a favore. Lega e Pd, grillini e Forza Italia hanno trovato un compromesso con la riforma Cartabia".  Ma "il vero problema dello strapotere delle correnti e del fatto che chi sbaglia non paga mai, con la riforma Cartabia non si risolve. Le correnti continueranno a fare il bello e il cattivo tempo nel Csm. Peccato, un'occasione persa. La riforma arriverà, se arriverà, nella prossima legislatura. Questo è un pannicello caldo, anzi tiepido". Immediata, sempre da twitter, la replica di Carlo Calenda:  "Matteo questa posizione è sbagliata e anche paradossale visto che a prenderla è Cosimo Ferri, una persona di qualità, ma non propriamente estranea alle correnti del Csm e al sistema Palamara. Fate le persone serie. Tutta la magistratura sta cercando di affossare la riforma". Passa pochissimo e arriva il tweet del deputato di Italia Viva Catello Vitiello per replicare al leader di Azione: "Noi siamo persone serie. Anche se non votiamo una riforma che tu voti insieme a leghisti e grillini. Noi siamo persone serie. Anche se non la pensiamo come te, Conte o Salvini. Impara a rispettare gli altri, Carlo Calenda". Puntuale la replica del vice segretario di Azione, Enrico Costa, ma stavolta tramite un comunicato stampa: "Le correnti della magistratura si preparano ad uno sciopero di massa contro la riforma del Csm che tocca nel vivo il loro potere, la loro influenza, i loro interessi. La Ministra Cartabia ha accolto le proposte di Azione (dalle serie valutazioni di professionalità, al fascicolo di performance, alla norma che impedisce di fare ogni giorno conferenze stampa, al giro di vite sui fuori ruolo, allo stop alle porte girevoli, alla limitazione dei passaggi di funzioni) e per questo viene attaccata. Noi siamo dalla sua parte. Chi, in maggioranza, si tira indietro fa il gioco delle correnti, che sperano che la riforma vada in frantumi". E a fine giornata non è mancato il commento dell'ex Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sollecitato dall'Adnkronos:  "Non commento le dichiarazioni di Renzi. Tra l'altro credo che nemmeno sappia di cosa sta parlando, visto che la riforma Bonafede a suo tempo fu condivisa con tutte le forze di maggioranza, e quindi anche con Iv". Oggi è previsto anche un incontro con Draghi da parte di Matteo Salvini e Antonio Tajani. Proprio quest'ultimo ha ribadito quanto detto qualche giorno fa: "Né sulla giustizia né sul fisco noi riteniamo si debba mettere la fiducia, senza prima aver trovato un accordo fra tutti i partiti della maggioranza. Sono convinto che un accordo si possa trovare, raggiungendo l'obiettivo di approvare la riforma del catasto e della giustizia, senza imporre nuove tasse ai cittadini e limitando la presenza continua delle correnti nella magistratura". Insomma questa sarà l'ennesima giornata complicata. 

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