Corsa al Senato per la norma sull'ostativo

 di Valentina Stella Il Dubbio 29 aprile 2022

 

Al Senato è corsa contro il tempo per approvare la normativa sulla revisione dell'ergastolo ostativo, passata già alla Camera lo scorso 31 marzo. Incombe infatti la data del 10 maggio, giorno in cui la Corte Costituzionale si riunirà o per riesaminare la questione di legittimità costituzionale qualora il Parlamento non abbia emanato una legge o per "verificare ex post la conformità a Costituzione delle decisioni effettivamente assunte" dai due rami. Intanto la discussione è iniziata in Commissione giustizia dove si sta procedendo, a rilento, all'esame congiunto del testo approvato alla Camera con il disegno di legge a prima firma del senatore Pietro Grasso di Liberi e Uguali.  Relatori il dem Franco Mirabelli e il leghista Pasquale Pepe. Al momento solo tre sedute, delle quali c'è da registrare il lungo intervento proprio dell'ex magistrato che ha espresso diverse perplessità sul testo arrivato da Montecitorio: "Non si può non rilevare che il testo approvato presenta contraddizioni e sovrapposizioni di norme" si legge nel resoconto di seduta. Ma è  lui stesso a chiarirci il problema: " per una stessa tipologia di reati sono stati previsti requisiti e procedure differenti per accedere ai benefici, con il grave e inaccettabile rischio che sia il condannato che il giudice non saprebbero quale strada seguire.  Non si può approvare un testo contraddittorio destinato nelle intenzioni a risolvere i problemi posti dalla Corte Costituzionale su una materia così delicata, con l'aggravante che ciò potrebbe comportare un reiterato giudizio di incostituzionalità". Queste criticità sarebbero superate invece dal disegno di legge presentato dallo stesso Grasso: " io ho distinto due tipologie di reati - ci spiega - : quelli di prima fascia, ossia quelli associativi di criminalità organizzata che prevedono una procedura aggravata (acquisizione di elementi che escludono non solo la permanenza di collegamenti con la criminalità organizzata, ma anche «il pericolo di un loro ripristino») per fare richiesta di accesso ai benefici,  in cui spetta al condannato l'onere di provare che non è più mafioso;  e quelli monosoggettivi, individuali, come ad esempio quelli contro la Pubblica Amministrazione, omicidio, deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, violenza sessuale, e altri. Per questi ultimi reati ciò che dovrebbe essere valutato ai fini della concessione dei benefici non sarebbe la sussistenza di collegamenti ma  la prova dell’assenza dell’attuale pericolosità sociale del condannato e dei rischi connessi al suo reinserimento nel contesto sociale". Se dovessero essere fatte le modifiche richieste da Grasso e/o anche da altri senatori il testo dovrebbe tornare alla Camera e il 10 maggio sarebbe superato. Ma il senatore Grasso ci spiega che non percepisce come "una tagliola" quella data: "La Corte, vedendo che il Parlamento è in dirittura di arrivo, potrebbe concedere un altro paio di mesi per completare il nostro lavoro atto a superare l'incidente di percorso che si è verificato nella prima fase di approvazione del testo". 

 

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