Intervista a Stefano Latorre

 di Valentina Stella Il Dubbio 16 aprile 2022

Per il dottor Stefano Latorre, Segretario Nazionale Unicost, la riforma di compromesso Cartabia non solo non aumenta l'efficienza del sistema giustizia, non solo non depotenzia il potere delle correnti ma ci riporta indietro ad un modello di magistratura pre-costituzionale.

Pongo a Lei la stessa domanda che ho posto qualche giorno fa al suo collega Marcello Basilico: Luciano Violante in un'intervista a questo giornale ha detto che il no incondizionato delle toghe alla riforma Cartabia deriva dal fatto che sono in campagna elettorale. Condivide questa analisi?

Non condivido questa affermazione. Una riforma dell’ordinamento giudiziario, ritenuta ingiusta e punitiva, sarebbe stata avversata in qualsiasi momento.   Questa riforma  incide sul modello del magistrato come delineato dalla Costituzione introducendo invece la figura di un magistrato-burocrate non più indipendente ma legato a concetti come quello di performance.  Rendere giustizia non può essere una catena di montaggio standardizzata.

 Il 19 arriva in Aula il testo di riforma elaborato in Commissione giustizia: che ne pensa in generale?

La  riforma  non pare centrare neanche  l’obiettivo di aumentare l'efficienza del sistema giustizia italiano che, invece, necessiterebbe di più risorse e di maggior personale amministrativo. Non credo che l’irrigidimento dei rapporti gerarchici o legare l'avanzamento in carriera alle percentuali di conferma dei provvedimenti da parte delle giurisdizioni superiori possa migliorare l’efficienza. Segna solo un ritorno  indietro nel tempo ad un modello di magistratura pre-costituzionale in cui esistevano magistrati di serie A e di serie B, per usare un termine calcistico facilmente comprensibile.

Uno degli elementi più criticati dalla magistrati è il fascicolo di performance. Si è ritenuto di dover intervenire perché ora non ha prevalso la meritocrazia ma l'arbitrio delle correnti. Quale sarebbe stata l'alternativa?

Quando si pensa a uno strumento come il fascicolo delle performance si dovrebbe tener conto  di quella che è la realtà processuale, dove il contraddittorio serve proprio a dipanare e chiarire i fatti accaduti. Da un certo punto di vista, viene svilita anche  la funzione delle difese. Cerco di essere più chiaro: un processo potrebbe essere stato istruito perfettamente dal pubblico ministero, ma in dibattimento la difesa trova un testimone di cui nessuno sapeva l'esistenza che rovescia l'esito che sembrava scontato. Quale rimprovero si può fare al pubblico ministero in questo caso? Inoltre  molto spesso il pubblico ministero che ha istruito il procedimento non è lo stesso che rappresenta l'accusa nel dibattimento, dunque se l'imputato viene assolto occorrerebbe chiarire  a chi sarà da ascrivere una eventuale responsabilità, se così la vogliamo definire.

La magistratura teme che ci si dovrà adattare ad un certo 'conformismo'. Però Gaetano Pecorella ha commentato su questo giornale: " L’orientamento costante delle sezioni uniti della Cassazione tende ad evitare sobbalzi improvvisi nella giurisprudenza. Il magistrato che sa motivare in maniera intelligente un orientamento diverso sarà sempre molto apprezzato". Che cosa ne pensa?

Nessuno mette in discussione la funzione nomofilattica della Cassazione, ma il problema è diverso, perché nel progetto di riforma si vuole legare la carriera del magistrato alla tenuta dei suoi provvedimenti davanti ai vari gradi di giudizio. Cosa che non avviene neanche negli ordinamenti di common law.

 Cosa pensa del sistema elettorale del Csm, binominale con quota proporzionale e sorteggio dei distretti di Corte d’Appello per formare i collegi?

Anche in questo caso appaiono soluzioni che non raggiungono l’obiettivo dichiarato di depotenziare le correnti, né riescono a soddisfare le vere esigenze dell’organo.  Il sistema binominale maggioritario con correzione proporzionale è un sistema che non si adatta al CSM che non è un organo che necessita di governabilità, ma deve rispecchiare la magistratura tutta, in tutte le sue diverse sensibilità.  Il sorteggio dei distretti poi favorisce in modo eclatante i gruppi organizzati più strutturati perché se un candidato di Milano, per esempio, si trova per sorteggio ad essere votato dai distretti di Bari e Reggio Calabria, soltanto se avrà alle spalle l'apparato di una corrente forte potrà avere speranza di essere eletto.  Chi non può contare su un gruppo è destinato a perdere.

Un tema che interessa molto ai nostri lettori è il voto degli avvocati nei Consigli Giudiziari. La nuova norma prevede che sarà il Consiglio dell’ordine a deliberare una opinione sul magistrato. Con un parere dell'organo istituzionale dell'avvocatura si risolve quindi il timore del conflitto di interesse?

Certo, la soluzione è meno impattante della vecchia proposta, ma il timore del conflitto di interesse non viene risolto. Il problema rimane perché l’avvocato che siede nel consiglio giudiziario ben  potrebbe avere processi o cause con il  magistrato in valutazione.  Come si può pensare ad una serenità  di giudizio?

Lo sciopero non è «ormai evitabile» ha detto il presidente Anm Santalucia. Critiche sono arrivate anche da esponenti politici. Gasparri di FI ha parlato addirittura di «un’ulteriore offesa alla democrazia e ad organi istituzionali», dal «tenore eversivo». A ciò si aggiunge che secondo il sondaggista Renato Mannheimer "Se i magistrati dovessero scioperare, la credibilità nella magistratura agli occhi degli italiani potrebbe precipitare ancora di più". Come commentare?

Prima di definire lo sciopero dei magistrati  di "tenore eversivo", forse occorrerebbe ricordare che il diritto di sciopero, nell'ambito delle leggi che lo regolano per qualunque categoria, è un diritto previsto dall'art. 40 della Costituzione.  Sull’affermazione di Mannheimer, non concordo affatto. La credibilità si basa anche sulla capacità di lottare per le cose in cui si crede, oltre che sul lavoro che ogni giorno i magistrati svolgono con abnegazione. A mio parere, la magistratura associata dovrebbe avere il compito di spiegare ancora di più  il funzionamento ed i problemi della giustizia, con iniziative aperte alla cittadinanza.  Credo che molti scoprirebbero una realtà che li sorprenderebbe.

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