Cartabia su taser: limiti alla sperimentazione

 di Valentina Stella Il Dubbio 8 aprile 2022

Ieri il carcere è stato al centro di quattro interrogazioni parlamentari a cui la Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha risposto durante il question time al Senato. La prima: i senatori di FdI Balboni e Ciriani hanno chiesto perché Renoldi è stata scelto come capo del Dap e non un appartenente alla polizia penitenziaria. La Guardasigilli è stata chiara: la norma non prevede di poter selezionare tra gli agenti penitenziari bensì solo tra "tra magistrati di Cassazione con funzioni direttive superiori ovvero tra dirigenti di livello dirigenziale generale dell’amministrazione penitenziaria". Su Renoldi ha ricordato il suo curriculum professionale: lunga esperienza (10 anni) come magistrato di sorveglianza, servizio prestato al ministero per affrontare l’emergenza del sovraffollamento carcerario all’epoca della condanna dell’Italia da parte della Cedu nel caso Torreggiani (2013), funzioni ricoperte negli ultimi 6 anni nella prima sezione penale della Cassazione che si occupa anche di esecuzione della pena, anche per reati gravissimi inclusa la criminalità organizzata. La seconda è stata posta dal Partito Democratico, in particolare dal senatore Mirabelli sul tema delle licenze premio, liberazione anticipata, comunicazione telematiche dei detenuti. La Ministra nel ricordare a tutti che "il perdurante problema del sovraffollamento è ancora un problema allarmante in Italia" non ha escluso la possibilità che alcuni dei benefici adottati durante la pandemia  - ad esempio licenze premio straordinarie per i semiliberi e  permessi premio straordinari per i detenuti già ammessi al lavoro esterno -  possano essere estesi, anche a fine pandemia, nella convinzione che "migliori condizioni del carcere portano beneficio a tutti, indiscutibilmente". Invece, quanto alla possibilità di intervenire sulla liberazione anticipata, "innalzando la detrazione di pena per i detenuti che negli ultimi due anni abbiano dato prova di piena partecipazione all’opera di rieducazione, si tratta di un profilo su cui occorre certamente riflettere, anche tenendo conto che la pandemia ha conferito “maggiore afflittività” – se così può dirsi – alla pena carceraria". Infine "con riguardo alle “nuove” forme di comunicazioni telematiche implementate nel periodo pandemico, esse a detta di tutti hanno dato un grande sollievo alle tensioni in carcere [...]non v’è dunque ragione per non estenderne il mantenimento anche a cessata emergenza pandemica, parallelamente, in aggiunta al ripristino dei colloqui e delle lezioni in presenza, che peraltro sono ormai riattivati nella quasi totalità delle sedi penitenziarie". La terza interrogazione è stata posta dal senatore leghista Pillon che ha chiesto alla Ministra se non ritenga necessario dotare anche la polizia penitenziaria dei taser. "Gli operatori di polizia penitenziaria - ha ricordato Cartabia - hanno in dotazione un'arma, ma non possono mai entrare nelle sezioni. Le armi in carcere non entrano perché ogni arma che entra è un elemento di pericolo in più per tutti. Esistono invece gli interventi con armamenti speciali di reparto, come caschi protettivi e maschere antigas, che vengono utilizzati solo in casi di eventi critici, con autorizzazione specifica del direttore della struttura in casi eccezionali. L'eventuale sperimentazione dovrebbe rientrare in questo secondo gruppo, cioè  degli strumenti a disposizione del reparto solo in caso di eventi critici, perché bisogna tenere conto che garantire la sicurezza in carcere è compito ben più delicato del già difficile compito che spetta alle forze di polizia all'esterno". Infine la quarta sollevata, tra gli altri, dalla senatrice Unterberger del Gruppo per le autonomie che ha chiesto lumi sul nuovo carcere di Bolzano. La situazione è complessa e in stasi, ha concluso la Guardasigilli:  l'idea del nuovo penitenziario a Bolzano da 250 posti "risale al vecchio piano carceri del 2010. Sono stati svolti importanti passi, tra cui l'aggiudicazione della gara, ora c'è una situazione di stallo, la procedura è sospesa per un necessario chiarimento sul finanziamento dell'operazione di partenariato pubblico-privato".


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