Intervista ad Alfredo Bazoli

 di Valentina Stella Il Dubbio 27 aprile 2022

Secondo l'onorevole Alfredo Bazoli, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, la riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario approvata ieri alla Camera dovrebbe essere accolta con spirito collaborativo dalla magistratura, scongiurando quindi lo sciopero.

Onorevole che giudizio complessivo dare della riforma approvata alla Camera?

È un buon punto di equilibrio che introduce innovazioni coraggiose e che  rappresenta un utile completamento della riforma organica della giustizia.

Quali sono i punti forti di questa riforma?

Quelli che concernono le valutazioni dei magistrati -  in quanto finalmente si avranno dei criteri limpidi, verificabili e concreti -  e quelli riguardanti le regole che disciplinano gli avanzamenti di carriera e il funzionamento del Csm. Tutto è finalizzato da un lato a fare emergere i meriti e le qualità dei magistrati che hanno il diritto e il dovere di assumere delle responsabilità all'interno della magistratura e dall'altro lato a togliere quel potere alle correnti abituate ad esercitarlo dinanzi a criteri di valutazione impalpabili come quelli attuali. Non secondario affatto è il ruolo che assumerà l'avvocatura nei Consigli giudiziari, grazie al diritto di voto nel momento delle valutazioni di professionalità dei magistrati. Altrettanto significativo è il risultato raggiunto  sulle porte girevoli: è vero che il tema interessa pochi magistrati, in realtà era un aspetto che comprometteva molto l'immagine di imparzialità e terzietà dei magistrati.

E quelli deboli?

Il sistema elettorale del Csm presenta luci ed ombre, ma è comunque un piccolo passi avanti rispetto a quello attuale. Probabilmente il voto singolo trasferibile proposto dalla Commissione Luciani sarebbe stato più efficace. Ma si è dovuto tener conto di diversi punti di vista che si sono manifestati all'inizio della discussione e la Ministra per questo ha dovuto trovare un punto di sintesi non facile. Ci tengo a dire con chiarezza che il vero problema non è il fatto che i gruppi associativi dell'Anm cerchino di far eleggere i propri esponenti all'interno del Csm  - questo è fisiologico - ma le regole che presiedono il funzionamento del Csm e le valutazioni professionali. Infine sulla separazione delle funzioni: è sì una innovazione che però sul piano della realizzazione concreta è un po' discutibile e mi riferisco al termine dei dieci anni entro i quali effettuare il passaggio. Forse questo aspetto qui si sarebbe potuto affidare ad una delega del governo.

Eppure valutazioni di professionalità e diritto di voto degli avvocati sono i punti più contestati dalla magistratura che ha parlato di dossieraggio e di indebite interferenze esterne.

 Non condivido questi giudizi e non capisco proprio come si possa parlare addirittura di dossieraggio. Credo anzi che i magistrati dovrebbero salutare con favore l'idea di criteri di valutazione più efficaci di quelli che ci sono oggi. Verranno premiati i magistrati di qualità e che hanno capacità organizzative, al di là delle appartenenze correntizie. Per quanto concerne il diritto di voto degli avvocati, ribadisco che si tratta di una innovazione molto positiva: offrire alla magistratura un punto di vista che proviene dal Coa rappresenta un elemento utilissimo per una valutazione più accurata.

Sabato l'Anm si riunisce per decidere se fare o meno lo sciopero. Lei che ne pensa?

Mi auguro che non ci sia nessuno sciopero. La magistratura dovrebbe essere più disponibile a raccogliere, con spirito collaborativo e costruttivo, queste novità finalizzate a sottrarla da questa situazione di insofferenza causata negli ultimi anni dagli scandali che l'hanno attraversata.


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