Genitori Elder: la verità è nelle carte
di Valentina Stella Il Dubbio 8 febbraio 2022
«Siamo arrivati al secondo atto processuale di questa tragedia senza paragoni che ha stravolto l’esistenza di molte vite: prima di tutto quello della famiglia Cerciello ma anche la nostra e quella del nostro ragazzo. Un dolore con il quale purtroppo dobbiamo imparare a convivere»: così spiegano i genitori di Finnegan Lee Elder, il giovane americano condannato all'ergastolo per aver accoltellato a morte il carabiniere Mario Cerciello Rega. Giovedì parte il processo di appello. Ethan e Leah Elder proseguono: «siamo fiduciosi che verranno portate alla luce le anomalie e le molte informazioni sbagliate emerse nel processo di primo grado. Speriamo che la verità di quanto accaduto realmente quella notte venga fuori». Fanno loro eco i legali Renato Borzone e Roberto Capra: « Finalmente siamo arrivati al momento dell’appello. Siamo convinti che una corretta lettura delle prove raccolte in primo grado porterà inevitabilmente a un esito diverso. La verità dei fatti di quella sera è già nelle carte raccolte nel lungo processo di primo grado, è sufficiente volerla vedere». Nella stessa nota i genitori ringraziano « i volontari del Gruppo Idee di Rebibbia che hanno seguito - giorno dopo giorno - sia Finnegan sia noi azzerando in qualche modo le distanze di migliaia di chilometri con il loro sostegno psicologico e il loro lavoro. Ci tengono informati sulle sue condizioni e lo coinvolgono in attività che speriamo gli permettano di crescere e maturare. Un aiuto che ci rende questa grave situazione più sopportabile»; ringraziano pure Don Claudio Burgio, fondatore della comunità Kayros e Cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, che incontra i genitori quando sono in Italia, ogni 2 mesi a turno: «parlare con lui ha ripristinato parte della nostra fiducia perduta nel futuro».
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