Csm: forse si riparte

 di Valentina Stella Il Dubbio 5 febbraio 2021

«Sulla giustizia ripartiamo dalle parole del Presidente Mattarella e dall'urgenza di intervenire drasticamente per far sì che indipendenza e autonomia dei giudici trovino nella centralità e tutela dei cittadini la verifica della loro effettività»: non poteva sintetizzare meglio lo stato dell'arte il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto. Si riparte dunque dal messaggio del Capo dello Stato al Parlamento che, numeri alla mano, ha dedicato esattamente il 10% della sua relazione al tema della giustizia, dando un'accelerata al percorso della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Ha sbloccato così quegli ingranaggi che fino ad ora erano in stallo. Il primo: la Ministra poco prima del giuramento, avendo forse potuto leggere in anteprima il discorso di Mattarella, aveva incontrato Draghi per riprendere il dossier, archiviato ormai quello sulla elezione del Presidente della Repubblica che aveva congelato tutto. Secondo: ieri Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, ha annunciato che il 16 febbraio inizieranno ad esaminare i quattrocento emendamenti al testo della riforma del Csm. Quali sono i possibili scenari? Che la Ministra porti i suoi emendamenti in Cdm per ottenere un vaglio politico; ciò tuttavia è visto da qualche parlamentare come una contraddizione rispetto alle stesse dichiarazioni della Ministra di non blindare il testo. Anche perché questa, più delle altre, è la riforma che necessita di una ampia discussione. L'altro scenario è che, dopo un vaglio degli uffici di Draghi al pacchetto emendativo, si vada direttamente in commissione. Lì comunque il 16 febbraio il Governo dovrà esprimere un parere su quelli già depositati e contemporaneamente inizierebbe il lavoro subemendativo, qualora ci fosse la proposta governativa. Insomma la partita appare ancora complicata. L'unica cosa certa è che la riforma verrà discussa in Aula a marzo. Il giorno ancora non c'è perché il calendario viene fatto mese per mese. Comunque le parole di Mattarella hanno trovato apprezzamento ovunque. Per il deputato di Azione Enrico Costa «il Presidente Mattarella è stato chiarissimo e sarebbe tradito se le forze politiche (che lo hanno platealmente applaudito) portassero avanti una riforma del CSM timida, tiepida e non efficace. Ipotesi non remota, alla quale ci opporremmo con forza». A chiedere coerenza anche l'ex Ministro Alfonso Bonafede: « Il presidente Mattarella ha sottolineato l'importanza della riforma del Csm e della lotta alle mafie. Abbiamo applaudito tutti con convinzione. Adesso è il momento di essere coerenti con quell'applauso». Per il dem  Walter Verini «sono parole di straordinario valore. Dobbiamo tenerne conto immediatamente per dare un segnale di cambiamento e di rinnovamento, aiutando la magistratura a procedere verso forme anche radicali di autorigenerazione. È il Parlamento che deve dare risposte al Paese anche nel campo della giustizia. Naturalmente rispettando fino in fondo la Costituzione,  lo Stato di diritto, l'esigenza di una giustizia giusta, le garanzie, ma anche i principi inviolabili dell'autonomia e indipendenza della magistratura». Per il capogruppo di FI in commissione Giustizia, l'onorevole Pierantonio Zanettin « Forza italia plaude al suo richiamo. Si dia quindi finalmente corso alla riforma del Csm, da troppo tempo annunciata e ancora ferma in commissione Giustizia della Camera». Consensi alle parole del Capo della Stato anche da parte dell'avvocatura. Per la presidente del Cnf Maria Masi « confortano le dichiarazioni del presidente Mattarella nel richiamare insieme avvocatura e magistratura a dare impulso al processo riformatore per restituire alla giustizia la centralità e la credibilità che deve esigere. L'avvocatura c'è – conclude la presidente  Masi - ed è naturalmente disponibile al richiamo, ma confidiamo anche nel riconoscimento a una pari dignità, condizione più volte evocata dal Presidente Mattarella, nel ruolo e nelle funzioni, e di essere finalmente ascoltati e non semplicemente "sentiti"». Le fa eco il presidente dell'Unione Camere Penali Gian Domenico Caiazza: « Per la prima volta il presidente della Repubblica ha nominato l'avvocatura, insieme con la magistratura, per realizzare il processo delle riforme. Ma noi sulla riforma dell'ordinamento giudiziario siamo stati tenuti fuori dal primo momento, mentre su quella del processo penale abbiamo dato un contributo anche importante». Plaude anche la magistratura: « è importante, in questa fase -  ci dice il Segretario dell'Anm Salvatore Casciaro -  che siano portate a compimento le essenziali e urgenti riforme che servono al Paese, tra cui quelle della giustizia. Sono certo che, raccogliendo il qualificato monito del Capo dello Stato, saranno presentati al più presto dal Governo anche gli emendamenti su sistema elettorale e ordinamento giudiziario, da lungo tempo attesi, che daranno completamento all’impianto riformatore». Per il Segretario di AreaDg, Eugenio Albamonte, «non è la prima volta che il Capo dello Stato sottolinea la necessità di un recupero di credibilità della magistratura, e soprattutto dell'organo di governo autonomo, che passi attraverso  un recupero etico e un passo indietro delle correnti dalle prassi deteriori. Si tratta di un auspicio che condivido come lo condivide anche gran parte della magistratura. Gli elementi di novità che io vedo in questo discorso sono due. Da una parte aver sottolineato che le riforme della giustizia non devono essere campo di contrapposizione tra le forze politiche. Dall'altra parte aver richiamato magistratura ed avvocatura ad un maggior senso di responsabilità, a non contrapporsi stupidamente ed ottusamente, ma a contribuire alle riforme, anche venendo coinvolte nella discussione, negli spazi consentiti dal percorso parlamentare, da chi ha in mano il bandolo della matassa del percorso riformatore». Mentre per Gherardo Colombo, ex magistrato del pool di Mani Pulite, « se si vuole interpretare il discorso del presidente Mattarella come molto duro nei confronti della magistratura, forse bisogna farlo anche per il parlamento. Chi fa le leggi?».

 

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