Appello di Costa: stop camere di consiglio da remoto

 di Valentina Stella Il Dubbio 25 febbraio 2022

Accolto come raccomandazione un ordine del giorno dell'onorevole Enrico Costa, nominato ieri vice-segretario di Azione, in merito alla Camere di Consiglio da remoto. Esso impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disciplina che ha prorogato, oltre il termine dello stato di emergenza fissato al 31 marzo 2022, l’efficacia di alcune disposizioni concernenti lo svolgimento dei processi civili e penali. Per il processo penale, la norma prevede la trattazione in camera di consiglio da remoto dei procedimenti penali in Cassazione, senza l'intervento del procuratore generale e dei difensori delle altre parti, salvo che il ricorrente richieda espressamente la discussione orale; la possibilità di assumere da remoto le deliberazioni collegiali in camera di consiglio; il procedimento semplificato nel giudizio penale di appello e nei procedimenti di impugnazione dei provvedimenti di applicazione di misure di prevenzione personali; la possibilità che la decisione sia presa sulla base di un giudizio cartolare, che si svolge in camera di consiglio, a distanza e senza la partecipazione di PM e difensori delle parti".  Nella relazione illustrativa al decreto legge si sostiene che “la proroga delle predette misure si rende necessaria in relazione all’attuazione degli obiettivi di smaltimento dell’arretrato assunti dall’Italia in sede di PNRR, e idealmente dovrebbe saldarsi alle nuove misure allo studio del Governo in sede di recepimento delle deleghe per la riforma del processo civile e penale”;  al contrario, scrive Costa,  "le disposizioni attinenti alla possibilità di svolgimento delle camere di consiglio “da remoto”, cioè senza la contestuale presenza del giudice nella sede giudiziaria, trovano il proprio fondamento nella sola emergenza sanitaria e non sono oggetto di alcuna previsione da parte della legge delega n. 134 del 2021: ciò perché è inimmaginabile che possa essere stabilito, in via ordinaria, che i giudici non si riuniscano fisicamente nella medesima sede". Il tema delle Camere di Consiglio da remoto è molto sentito dall'Unione delle Camere Penali. Il segretario Eriberto Rosso ci dice: "ringraziamo l'Onorevole Costa per il suo impegno in questa battaglia che come tante altre ci vede insieme. La raccomandazione è comunque un segno e un impegno, in particolare della Ministra della Giustizia, per lavorare affinché il 31 marzo questa inaccettabile disciplina finisca. Si tratta di una previsione che non è prevista nella riforma del processo penale. Quindi sarebbe davvero incredibile se si continuassero a prevedere le Camere di Consiglio da remoto oltre il 31 marzo. Sarebbe solo una comodità per qualche ufficio giudiziario a discapito dei diritti della difesa. Noi continueremo a mobilitarci perché tutto il pacchetto emergenza finisca il 31 marzo".

Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue