Intervista a Enrico Costa

 Di Valentina Stella Il Dubbio 19 febbraio 2022


Dal 1 aprile 2022 (o comunque dalla cessazione dello Stato di emergenza) la partecipazione a tutte le udienze di detenuti e persone in stato di custodia cautelare non avverrà più tramite videoconferenza o collegamenti da remoto. Anche i detenuti (fatte salve le eccezioni di legge) torneranno a partecipare in presenza alle udienze: è quanto previsto da un emendamento  dell'onorevole di Azione Enrico Costa approvato questa settimana alla Camera. “È stato approvato nella notte di mercoledì un mio emendamento che prevede di anticipare alla fine dello stato di emergenza, anziché al 31 dicembre 2022, l’efficacia di queste disposizioni del tutto contrastanti con i principi del Giusto Processo", ci spiega il parlamentare. "Avremmo voluto di più, ovvero far cessare al 31 marzo l’applicazione di tutte le disposizioni adottate nel periodo emergenziale per il processo penale che determinano un detrimento delle garanzie e delle prerogative difensive: la trattazione in camera di consiglio da remoto dei procedimenti penali in Cassazione, senza l'intervento del procuratore generale e dei difensori delle altre parti, salvo che il ricorrente richieda espressamente la discussione orale; la possibilità di assumere da remoto le deliberazioni collegiali in camera di consiglio; il procedimento semplificato nel giudizio penale di appello e nei procedimenti di impugnazione dei provvedimenti di applicazione di misure di prevenzione personali, o la possibilità che la decisione sia presa sulla base di un giudizio cartolare, che si svolge in camera di consiglio, a distanza e senza la partecipazione di PM e difensori delle parti".  Purtroppo, prosegue amareggiato Costa,  "i pareri del Governo su questi temi pagano il fatto di essere scritti dai magistrati ministeriali, attenti più alle esigenze dei loro colleghi che alle garanzie della difesa ed ai principi del giusto processo. Hanno introdotto per la fase della pandemia norme che comprimono pesantemente i diritti della difesa, ed ora le mantengono a regime. Un utilizzo strumentale dello stato di emergenza come “ponte” per rendere definitivi meccanismi che eludono il contraddittorio". Ma non sono finiti qui i problemi, perché Costa ci dice che ad oggi  manca ancora la piattaforma per fare domanda per il rimborso delle spese legali per gli assolti. Come vi avevamo già raccontato il 20 dicembre 2021 la Ministra Cartabia di concerto con il Ministro dell'Economia aveva emanato il decreto che definisce i criteri e le modalità di erogazione del Fondo per il rimborso delle spese legali agli imputati assolti. "Il richiedente - ricorda Costa -  dovrebbe presentare istanza di accesso al fondo tramite apposita piattaforma telematica accessibile dal sito giustizia.it mediante le credenziali SPID di livello due. Ma ad oggi non c'è ancora nulla. Questo dimostra che quando una legge approvata dal Parlamento finisce negli ingranaggi ministeriali essa viene depotenziata e rallentata. Tutto ciò frustra anche le aspettative di coloro che dovrebbero vedere tutelati i loro diritti". Ma c'è un'altra criticità che intende sollevare il deputato Costa: "entro il 31 gennaio il Governo avrebbe dovuto depositare alla Camera i dati sulle ingiuste detenzioni pagate nel 2021, ma il termine anche questa volta non è stato rispettato. Negli anni ho fatto una lunga battaglia per avere questi dati che è terminata in una legge che obbliga il governo a riferire alle Camere. Purtroppo non c'è un anno in cui il Governo rispetti la scadenza. Questo dimostra che la sensibilità sul tema è zero da parte degli uffici ministeriali. Da via Arenula scrivono ai vari Tribunali per avere i dati, loro spesso non  rispondono ma non vengono sanzionati. Poi c'è da dire che molto probabilmente anche il Ministero dell'Economia non elabora tempestivamente i dati sulle liquidazioni al Ministero della Giustizia".  Congediamo l'onorevole Costa chiedendogli un parere sullo scenario che si andrà a creare ora che riforma del Csm e referendum 'giustizia giusta' potrebbero incrociarsi: "dobbiamo prima capire quando arriverà in Commissione il testo del Governo illustrato in conferenza stampa da Draghi e Cartabia. Sarebbe già dovuto essere depositato  mercoledì ma è bloccato dal Mef. Ma il Parlamento non può rimanere con il piattino in mano aspettando i tempi lunghi della Ragioneria Generale dello Stato. Il pericolo è che non ci sarà tempo per esaminare bene il provvedimento e discutere i sub-emendamenti, con il rischio di dover comprimere il dibattito. Per quanto concerne i referendum, i temi non affrontati dai quesiti potrebbero essere oggetto di emendamento, come la responsabilità diretta dei magistrati".

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