Csm: fissato termine subemendamenti

 di Valentina Stella Il Dubbio 1 marzo 2022


Ieri pomeriggio l’ufficio di presidenza della Commissione Giustizia della Camera ha fissato il termine per la presentazione dei subemendamenti alle proposte emendative del Governo di riforma del Consiglio Superiore della Magistratura e dell'ordinamento giudiziario alle ore 18 della giornata di mercoledì 9 marzo. Il maxiemendamento Cartabia era stato depositato in commissione lo scorso venerdì, dopo diversi giorni di attesa rispetto alla conferenza stampa post Consiglio dei Ministri convocata con il premier Draghi l'11 febbraio. Il testo infatti è rimasto bloccato alla Ragioneria di Stato per via di coperture su aspetti marginali, legate - dicono fonti parlamentari -  alle norme sui corsi preparatori alla carriera da magistrato e ai relativi costi da finanziare.  Tra oggi e dopodomani si terrà anche un breve ciclo di audizioni e ogni gruppo potrà proporre un solo nome: oltre a Giuseppe Santalucia (Presidente Anm),  Gian Domenico Caiazza (Presidente Unione Camere Penali), un rappresentante dell'Ocf,  verranno ascoltati Piergiorgio Morosini (Consigliere presso la Suprema Corte di Cassazione), Armando Spataro (già procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino), Domenico Airoma (Procuratore della Repubblica di Avellino), gli avvocati Nicola Madia e Eugenio Minniti, i professori Francesco Saverio Marini e Giovanni D'Alessandro, il giudice Giuliano Castiglia. Insomma bisogna accelerare, lo diciamo ormai da mesi con il rischio però di comprimere e compromettere il dibattito. Sullo sfondo i referendum 'giustizia giusta', promossi da Lega e Partito radicale che si intrecciano fatalmente con la riforma. Questa dovrebbe essere approvata dall'Aula entro il mese di marzo ma una parte sarà immediatamente vigente, un'altra funzionerà con i decreti attuativi. Il premier Draghi ha assicurato che questa volta non porrà la fiducia, proprio per lasciare spazio alle sensibilità in materia, notoriamente molto elevate da parte di ciascun gruppo: "Non ci sarà la fiducia - aveva detto in conferenza stampa -  ma i capigruppo si sono impegnati a fare in modo che l’esame sia rapido".  Proprio i gruppi della Camera lavorano parallelamente con quelli del Senato per non rischiare modifiche che renderebbero ancora più accidentato il percorso nel passaggio da Montecitorio a Palazzo Madama. Tra luglio e settembre ci sarà infatti il rinnovo del Csm e quindi occorre dare il giusto tempo a Palazzo dei Marescialli per organizzarsi internamente, anche alla luce di una probabilissima nuova legge elettorale.  Il sistema proposto dal Governo è misto: si basa su collegi binominali – che eleggono due componenti del CSM l’uno -  ma prevede una distribuzione proporzionale di cinque seggi a livello nazionale.

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