Archiviato esposto Ucpi contro Gratteri

 di Angela Stella Il Riformista 10 febbraio 2022

 

Si archivi l'esposto presentato dal presidente dell'Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, relativo alle dichiarazioni contenute in un'intervista al Corriere della Sera del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri. Lo ha deciso ieri un plenum spaccato del Csm approvando a maggioranza, con 14 voti a favore e 10 astensioni - tra cui anche quelle del primo presidente Pietro Curzio e del Pg della Cassazione Giovanni Salvi -,  una delibera della prima commissione. Il via libera all'archiviazione è arrivata dopo che era stata respinta la richiesta del consigliere Alessio Lanzi del ritorno della pratica in commissione per spiegare le motivazioni della decisione. Non si può «liquidare con una battuta» l'esposto dei penalisti, servono «indagini per capire cosa è successo», ha detto il laico di Forza Italia sostenendo che si sarebbe dovuta anche aprire una pratica a tutela dei giudici di Catanzaro. Impossibile farlo perché «sono state svolte indagini su alcuni magistrati che hanno portato a contestazioni per falso e corruzione- la replica del consigliere Sebastiano Ardita-. Si tratta di fatti successivi a queste dichiarazioni, che hanno dimostrato che il problema c'era, e non riguardava certo il procuratore». Nessuno spazio per la pratica a tutela, né per rilievi a Gratteri, anche per Elisabetta Chinaglia, togata di Area, che non solo ha ricordato le indagini su giudici di Catanzaro ma anche la procedura di trasferimento d'ufficio attivata dal Csm nei confronti del presidente del Tribunale del riesame. Si è voluta «nascondere la polvere sotto i tappeti» ha protestato Lanzi. Accusa respinta da Nino Di Matteo e ribaltata su «chi pensa che in nessun caso il procuratore possa illustrare i risultati delle sue inchieste» con un diretto riferimento alla legge sulla presunzione di innocenza, approvata da un Parlamento in cui siedono, «ben 132 avvocati» , tra cui «molti» aderenti alle Camere penali. Ricostruiamo i fatti: lo scorso anno in un’intervista al Corsera, all'indomani dell'inchiesta che aveva coinvolto anche Lorenzo Cesa, la cui posizione è stata poi archiviata, il procuratore Gratteri, rispondendo al giornalista che gli chiedeva come mai spesso le sue inchieste vengano ridimensionate, aveva detto: «Noi facciamo richieste, sono i giudici delle indagini preliminari, sempre diversi, che ordinano gli arresti. Così è avvenuto anche in questo caso. Poi se altri giudici scarcerano nelle fasi successive non ci posso fare niente, ma credo che la storia spiegherà anche queste situazioni». Incalzato dal giornalista, «Che significa? Ci sono indagini in corso? Qualche pentito che parla anche di giudici?», Gratteri replicò: «Su questo ovviamente non posso rispondere». Tra i pochi a reagire ci furono Magistratura Democratica e appunto l'Ucpi, la quale scrisse all'Anm - che con il Presidente Giuseppe Santalucia prese le difese di Gratteri sostenendo che «le sue non sono affatto parole eccessive» -, e presentò un esposto al Csm per le sue opportune valutazioni sottolineando che quelle affermazioni «si rivelano di inaudita gravità. Non si tratta qui di discettare sulla fondatezza o meno di un quadro indiziario o di prospettare come la serialità di annullamenti da parte dei Giudici superiori, chiamati al controllo delle condizioni per l’applicazione della cautela, abbiano dato conto – quantomeno sul piano del metodo – della fragilità di quelle investigazioni. La considerazione del Dottor Gratteri propone al lettore l’idea che i provvedimenti dei Giudici, di censura dell’operato della sua Procura e delle valutazioni del GIP, siano ispirati da motivazioni estranee alle dinamiche processuali. È una rappresentazione destinata a creare sconcerto tra i cittadini attribuendo di fatto annullamenti e riforme a ragioni diverse da quelle esposte nelle articolate motivazioni». Venerdì si apre a Catanzaro l'inaugurazione dell'Anno giudiziario delle Camere Penali: sapete chi è previsto tra i saluti istituzionali? Nicola Gratteri. Restate collegati. 

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