Consiglio d'Europa bacchetta l'Italia

 Valentina Stella dubbio 15 giugno 2024

Il numero dei suicidi nelle carceri italiane preoccupa molto il Consiglio d'Europa: una situazione «allarmante» evidenziata da una tendenza negativa osservata dal 2016 e proseguita nel 2023 e all'inizio del 2024. E sulla quale il governo italiano dovrebbe intervenire «urgentemente», si legge in un documento reso noto ieri. Sui suicidi dei detenuti - che proprio ieri hanno toccato quota 42 dall'inizio dell'anno con i casi di Biella ed Ariano Irpino - Strasburgo «constata con grande preoccupazione» che le misure adottate finora dalle autorità non sono riuscite ad arrestare il fenomeno. L'Italia è quindi chiamata «ad adottare rapidamente ulteriori misure e a garantire adeguate risorse finanziarie aggiuntive per rafforzare la capacità di prevenire queste morti». Inoltre il Consiglio d'Europa, pur giudicando «positivamente» l'annuncio di Roma sull'aumento del budget 2024 per il rafforzamento dell'assistenza psicologica e psichiatrica nelle carceri, «nota tuttavia che a causa del concomitante aumento dei costi di questi servizi, l'impatto di questa misura appare limitato». Questa notizia arriva il giorno dopo l’annuncio, da parte del sottosegretario alla Giustizia della Lega Andrea Ostellari, di un decreto legge sulle carceri che dovrebbe essere portato nel Consiglio dei Ministri che si terrà giovedì prossimo. Proprio all’evento organizzato due giorni fa dal Dubbio il rappresentante del Governo ha illustrato le linee generali del provvedimento: «Il testo prevede una norma che disciplina il procedimento attraverso il quale vengono riconosciuti i benefici, già previsti dalla legge, per i detenuti che aderiscono al trattamento e dimostrano buona condotta. Non saranno introdotti sconti di pena. L’obiettivo è alleggerire i tribunali di sorveglianza, oggi gravati dalla necessità di evadere 200.000 richieste all’anno e, contemporaneamente, garantire ai detenuti i diritti già previsti dalla normativa vigente. Il carcere funziona se rieduca. Sì al lavoro e alla formazione, no a premi inutili che non fanno il bene né del detenuto né della comunità». Una misura prudente, tiepida -  potremmo definirla - che di certo non risponderà all’urgenza richiesta dal Consiglio d’Europa, «rispetto all’iniziativa di Giachetti che darebbe subito respiro alle carceri», come sottolineato dalla radicale Rita Bernardini. Tra l’altro l’approvazione del testo potrebbe affossare del tutto la proposta di legge per la liberazione anticipata elaborata insieme a Nessuno Tocchi Caino. La pdl sarebbe dovuta arrivare in Aula della Camera il 24 giugno ma la data sembra slittare perché verrà data priorità alla discussione sul ddl penale Nordio che, tra l’altro, abroga il reato di abuso di ufficio, e che giungerà in aula quello stesso giorno. Il termine per la presentazione degli emendamenti alla pdl Giachetti è scaduto mercoledì: non hanno presentato richieste di modifica né Fratelli d’Italia né la Lega. Da sottolineare la posizione favorevole al provvedimento da parte di Forza Italia che in sostanza ha presentato emendamenti per accelerare la procedura di concessione del beneficio, ovviamente in assenza di situazione ostative, e poi ha accolto la proposta del Procuratore Nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, audito insieme ad altri esperti, che ha auspicato che la proposta di legge «possa essere l’occasione per snellire meccanismi procedurali che al momento ne ostacolano l’applicazione» seguendo ad esempio il modello francese, per il quale quando c’è l’ingresso in carcere, il detenuto condannato è informato del meccanismo premiale della riduzione della pena e delle possibilità della sua negazione. Sul piano politico il problema non è tanto lo slittamento – settimana più, settimana meno non cambierebbe molto. Il timore è che l’iniziativa di Via Arenula potrebbe mettere un punto definitivo all’iniziativa del parlamentare renziano. Certo, le incognite non mancano. In fase di conversione del decreto in Aula si potrebbero creare strane maggioranze: non è detto che Forza Italia appoggi il provvedimento e potrebbe fare da sponda al Partito democratico favorevole alla misura dei Giachetti. A quel punto anche il Movimento Cinque Stelle, critico su molti aspetti del provvedimento, potrebbe cambiare linea per dare un colpo al Governo. E non si escludono anche ‘dissidenti’ all’interno del Carroccio: infatti, come appreso da fonti parlamentari, esponenti di spicco come Simonetta Matone avrebbero mostrato una certa sensibilità verso la norma Giachetti. Sul documento del Consiglio d’Europa è arrivato il commento dell’Unione Camere Penali che così si conclude: «L’Ucpi rivolge, ancora una volta, un appello al Governo ed a tutte le forze politiche perché adottino al più presto una soluzione legislativa che consenta nell’immediato di eliminare il fenomeno del sovraffollamento, di migliorare le condizioni dei detenuti e di tutelarne la salute fisica e psichica e la dignità all’interno degli istituti di detenzione».

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