Per i pm Hasib sarebbe stato lanciato dai poliziotti

 Angela Stella Il Riformista 12 novembre 2022

I quattro “appartenenti alla Polizia di Stato”, tutti agenti in servizio al commissariato di Primavalle di Roma, avrebbero tentato di uccidere Hasib Omerovic, giovane sordomuto di etnia rom precipitato lo scorso 25 luglio dalla finestra della sua camera nel suo appartamento, in questo modo: dopo averlo “percosso e minacciato” lo avrebbero afferrato “per i piedi gettandolo dalla finestra della stanza da letto dell'abitazione”. Ricordiamo che i poliziotti non avrebbero avuto il mandato di perquisizione per entrare nell’appartamento della famiglia Omerovic. Successivamente ai tragici avvenimenti avrebbero mentito ai superiori scrivendo “nella relazione di servizio” che il giovane disabile si sarebbe inaspettatamente lanciato “nel vuoto dalla finestra della camera da letto, omettendo anche di indicare che lo stesso era stato percosso, minacciato e che era stata sfondata la porta di una stanza interna dell'appartamento”. È quanto emerso da una ricostruzione fatta trapelare ieri dal quotidiano Repubblica, che riporta stralci dell'atto di accusa. Ribadiamo che per i quattro poliziotti, tre uomini e una donna, vige la presunzione di innocenza. Siamo ancora nella fase delle indagini e pertanto non vi è stato neanche un rinvio a giudizio. Si sa solo che la Procura capitolina sta procedendo per tentato omicidio e falso. Sempre secondo quanto riferito da Repubblica, due degli agenti avrebbero già avuto un faccia a faccia con i pubblici ministeri incaricati del caso. Il primo ha fornito spontanee dichiarazioni, la seconda si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere. Non si sa se a parlare sia stato lo stesso agente che aveva riferito a settembre l’esistenza di un video di 45 minuti che dimostrerebbe che il rom si è lanciato da solo e non è stato buttato dai poliziotti. Evidentemente, a quanto emerso, o il video non è stato ancora acquisito o non scioglie i dubbi sull’accaduto.  Come ci ha detto l’avvocato della famiglia, Arturo Salerni: “noi non abbiamo nuove indicazioni dalla Procura. Non posso né smentire né confermare quanto letto su Repubblica. Comunque, se fosse vero quanto pubblicato significherebbe che sono stati ritenuti fondati i fatti evidenziati nella denuncia dei familiari di Hasib, secondo la testimonianza della sorella del giovane uomo”. Adesso, ipotizza il legale, “immagino che uno dei passaggi successivi potrebbe essere quello di ascoltare, anche mediante incidente probatorio, appunto la sorella Sonita, che era l’unica in casa al momento dei fatti”. Ella, pur essendo affetta da disabilità, aveva raccontato in modo chiaro sia ai genitori che all’amministratore di sostegno: “ho sentito suonare e ho aperto la porta…una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa….la donna ha chiuso la serranda della finestra del salone…hanno chiesto i documenti di H….hanno fatto le foto…lo hanno picchiato con il bastone, H. è caduto e hanno iniziato a dargli i calci…è scappato in camera e si è chiuso…loro hanno rotto la porta…loro gli hanno dato pugni e calci…lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù”. Al momento la linea della Procura sembra andare nella stessa direzione della ragazza. Ma sono diversi i punti ancora oscuri sulla vicenda, al momento: che fine hanno fatto i vestiti di Hasib? Chi ha scattato la foto di Hasib a terra dopo essere precipitato? E che giro ha fatto per arrivare alla famiglia? Intanto Hasib Omerovic resta ricoverato al Gemelli di Roma. Le sue condizioni sono stazionarie ma non è in grado di rendere una testimonianza di quanto accaduto quel 25 luglio. Per l’onorevole Riccardo Magi, Presidente di +Europa, che ha portato il caso all’attenzione pubblica e del Parlamento: “La fotografia dello stato dell'inchiesta riportata ieri dagli organi di informazione sembra confermare l'ipotesi peggiore che è anche quella della denuncia della famiglia di Hasib. Un'ipotesi talmente grave richiede che si arrivi rapidamente all'accertamento definitiva della verità. Nel frattempo continuo ad aspettare risposta alla mia interrogazione dal ministro dell'Interno per quanto di sua competenza”. Lamorgese non aveva risposto, nonostante numerosi solleciti. Piantendosi invertirà la rotta? 

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