Intervista a Gennaro Migliore

 di Valentina Stella Il Dubbio 22 luglio 2022

Per l'onorevole di Italia Viva, Gennaro Migliore, già sottosegretario alla Giustizia con il Ministro Andrea Orlando, due sono le direttrici da seguire. Da una parte il Pd dovrebbe archiviare per sempre l'esperienza con il MOvimento Cinque Stelle, dall'altra parte questi due mesi di campagna elettorale dovranno servire per ricordare agli italiani chi ha fatto cadere il premier Draghi. 

 Onorevole si aspettava quanto accaduto?

Non ci si può aspettare il peggio. E siccome il peggio è accaduto, direi che non me lo aspettavo. Ritenevo che ci potesse essere un minimo di razionalità all'interno del Parlamento. Invece si è sviluppata una crisi contro l'Italia che ha buttato al macero il suo esponente più autorevole a livello internazionale e il più capace a livello nazionale. Quindi ci troviamo dinanzi ad una lotta per il potere che ha travolto anche quelle che erano le aspettative di tanta parte del nostro Paese che giustamente non si sentirà a suo agio ad avere una rappresentanza come quella del centrodestra a trazione meloniana.

Secondo lei la responsabilità di tutto questo va attribuita a Giuseppe Conte che ha aperto la crisi o al centro-destra che ne ha approfittato?

Conte ha dimostrato quello che è, ossia una insipienza completa. E poi non ha avuto neanche il coraggio di intestarsi la crisi. Ma coloro che effettivamente hanno dato una pugnalata a Mario Draghi e agli italiani sono stati gli esponenti di centro destra. In questo momento tanto Conte quanto Matteo Salvini e Silvio Berlusconi fanno felice una sola persona.

Chi?

Vladimir Putin, e con lui Lavrov e i loro accoliti.

Secondo lei una parte di responsabilità ce l'ha anche il Partito Democratico che ha creduto nel Movimento Cinque Stelle?

Da un lato sì, perché hanno insistito per troppo tempo con questa alleanza organica con loro. Dall'altro lato no, in quanto i Cinque Stelle sono stati capaci di distruggere da soli questo progetto politico. In questo, ritengo che si debba dare il beneficio del dubbio a chi, anche all'interno del Partito Democratico, pensava possibile una sinergia che io ho sempre ritenuta sbagliata. Io comunque rispetto le scelte altrui. Per quanto mi riguarda la storia di Giuseppe Conte e le cose che ha detto durante i suoi mandati come premier rappresentano un motivo più che sufficiente per non averci più a che fare.

Questa sfaldatura potrebbe agevolare anche il Pd sul campo della giustizia, visto che abbandonerebbe una zavorra populista.

Su questo posso solo dire che nel campo della giustizia dovrà esserci un intervento nella prossima legislatura perché comunque sarà molto difficile far passare ora l'approvazione dei decreti attuativi. Onestamente credo che questo non sia un tema all'ordine del giorno.

Però che bilancio può fare del lavoro fatto fino ad ora dalla Ministra Cartabia?

Purtroppo la giustizia non è stato il tema che ha subìto le maggiori trasformazioni durante la presidenza Draghi. C'era e c'è ancora molto da fare. Tanto è vero che noi avevamo appoggiato il referendum 'giustizia-giusta'.

Probabilmente con il superamento del quorum avremmo ottenuto delle riforme che saranno difficili ora da ottenere.

Assolutamente sì.

Per quanto concerne la riforma del penale e del civile l'attuazione della delega dovrebbe ricadere nei cosiddetti 'affari correnti' visto che le scadenze sono entro quest'anno. Tuttavia quella del Csm è a giugno 2023. Non c'è il rischio che accada come per la riforma Orlando del carcere che a causa del cambio di legislatura venne depotenziata nella mancata attuazione dei decreti attuativi? Eppure sarebbe dovuta essere la riforma rigeneratrice del post-scandalo Palamara.

Questo rischio è concreto. Sarà nostro compito quello di non smarrire il lavoro fatto.

Per quanto riguarda Italia Viva ora che succede? Ci aiuti a capire come si ridisegna il campo largo a due mesi dalle elezioni.

Quello che cambia è quello che è successo ieri (due giorni fa, ndr). È evidente che esiste una linea di frattura tra chi è stato con Draghi e chi invece lo ha abbandonato, abbandonando a se stesso anche il nostro Paese. Per quanto ci riguarda, noi stiamo sostanzialmente tranquilli rispetto alla prospettiva delle elezioni perché crediamo che la campagna elettorale si farà non facendo dimenticare agli italiani chi sono gli artefici della caduta di Draghi. Il premier ha ridato credibilità all’Italia nel mondo e avviato un’agenda che abbiamo il dovere di riproporre anche nella prossima legislatura. Lo faremo costruendo un’area seria e responsabile con chi nel momento decisivo si è dimostrato dalla parte giusta.

Quindi lei è ottimista rispetto al fatto che non ci sarà un Governo di Giorgia Meloni e compagni di centro destra?

Il rischio davanti agli elettori c'è sempre perché sono loro che decidono. Su cosa concretamente si possa fare, quello dipende da noi.

Alcuni commentatori sostengono che la mossa del centro-destra di far cadere il Governo per andare subito ad elezioni sia maturata anche per impedire al campo progressista di centro di rafforzare la propria posizione. Quindi penso a Italia Viva, così come a Azione e +Europa. Lei condivide questa lettura?

Sicuramente c'è la volontà di confrontarsi rapidamente con gli attori in campo e fare in modo da trovare la soluzione più efficiente per impedire che la destra vada al Governo ma soprattutto per attuare quelle riforme, a partire del Pnrr, che sono necessarie per l'Italia.

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