Contro Renoldi si ricompatta l'asse giallo verde

 di Angela Stella Il Riformista 9 luglio 2022

 

Contro la figura di Carlo Renoldi quale capo del Dap e contro la Ministra della Giustizia Marta Cartabia, che lo ha voluto convintamente a Largo Luigi Daga, si ricompatta il fronte giallo verde. Ieri infatti sono proseguite le polemiche per stigmatizzare le visite effettuate da Nessuno Tocchi Caino nei reparti del 41 bis di alcune carceri sarde. "Abbiamo chiesto al presidente Perantoni di convocare una audizione del capo del Dap Carlo Renoldi  - ha fatto sapere l'onorevole Eugenio Saitta, capogruppo del  Movimento 5 Stelle in commissione Giustizia -  non solo perché è prassi dopo la nomina ascoltare le prospettive del suo mandato ma perché vogliamo capire come siano state possibili alcune visite a detenuti al 41/bis nelle carceri  di Sassari e Nuoro. La vicenda è inquietante perché sembrerebbe preannunciare un tentativo di smantellare le misure del carcere duro per i mafiosi che per noi sono intoccabili". La responsabile Giustizia del Movimento Giulia Sarti aveva anche preannunciato una interrogazione in Commissione Antimafia: "si tratta di circostanze che meritano di essere chiarite al più presto perché queste azioni rischiano di compromettere la sicurezza di tutti.  Dovranno risponderne direttamente sia il neo capo Dap, sia la ministra Cartabia". Come i grillini anche il senatore della Lega Andrea Ostellari, Presidente della Commissione giustizia: "La prossima settimana chiederò al direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, di essere audito in Commissione Giustizia al Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema carcerario italiano, già intrapresa. È doveroso anche ottenere un approfondimento circa alcune notizie apparse sulla stampa a proposito di fatti relativi agli istituti di Sassari e Nuoro. Ricordo che, sempre in Commissione, stiamo proseguendo l’analisi della riforma dell’ergastolo ostativo, con la dovuta attenzione e nel rispetto dei tempi”. Sempre dal Carroccio è arrivata una nota dell'onorevole Jacopo Morrone, già sottosegretario alla Giustizia: " I dubbi espressi nel febbraio scorso sulla scelta del magistrato Carlo Renoldi come nuovo capo Dap sono diventati certezza di fronte a questo nuovo strappo che porta la sua firma rispetto alle modalità autorizzatorie delle  visite in carcere fissate dall'ordinamento penitenziario". Il parlamentare non risparmia un attacco frontale a Nessuno Tocchi Caino che ha "avuto via libera a incontrare e dialogare con ergastolani mafiosi anche pluriomicidi rinchiusi nella sezione 41 bis delle carceri di Nuoro e Sassari. Immaginiamo il tenore dei colloqui. Per questa associazione l'ergastolo dovrebbe essere abolito e l'isolamento del 41 bis sarebbe una forma di tortura. Ma se l'associazione è libera di propugnare i propri principi, non lo è altrettanto il vertice Dap che, una volta nominato, avrebbe dovuto lasciare fuori dal palazzo di via Arenula la visione fortemente ideologizzata della magistratura di sinistra a cui appartiene, per assumere un ruolo istituzionale super partes". In difesa dell'operato di Renoldi solo il vicesegretario di Azione Enrico Costa da twitter: "Fatto Quotidiano e M5S sparano a zero sul capo Dap Renoldi per aver concesso a Nessuno Tocchi Caino e a Rita Bernardini, che si occupano di carcere da sempre, di visitare un’area detenuti al 41bis. Forse rimpiangono il capo dap di Bonafede, quello che si dimise ingloriosamente". E gli altri partiti? Taccioni tutti per ora: perché non difendono Cartabia e l'attività decennale dei radicali per carceri più umane? 

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