Magistrati onorari: l'Ue bacchetta nuovamente l'italia

 di Valentina Stella Il Dubbio 21 luglio 2022


Il 15 luglio la Commissione Europea ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all'Italia perché "ritiene che la legislazione nazionale italiana applicabile ai magistrati onorari continui a non essere conforme al diritto del lavoro dell'UE", in particolare su lavoro a tempo determinato, lavoro a tempo parziale, orario di lavoro e lavoratrici gestanti. Diverse categorie di magistrati onorari non godono dello status di "lavoratore" in base al diritto nazionale italiano e sono considerati volontari che prestano servizio a "onorario"; il che comporta, ad esempio, l'assenza di indennità per malattia, infortunio e gravidanza, differenze retributive e discriminazione fiscale. Questa lettera di costituzione in mora si inserisce nel quadro di una procedura di infrazione avviata il 15 luglio 2021. Anche se l'Italia ha modificato la propria legislazione nel dicembre 2021, la Commissione ritiene che "le modifiche introdotte non pongano pienamente rimedio alle violazioni del diritto dell'Unione individuate inizialmente e determinano anzi nuove criticità". L'Italia ora ha  2 mesi per adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato. Insomma i magistrati onorari che da mesi fanno manifestazioni, scioperi della fame, appelli alla politica hanno ragione, come evidenzia l'Europa, eppure un emendamento alla legge di bilancio 2022 li ha messi in una condizione che hanno definito "estorsione di Stato": qualche settimana fa quelli in servizio da oltre venti anni hanno dovuto presentare la domanda di partecipazione alla procedura valutativa per continuare a lavorare ma solo a cottimo e rinunciando automaticamente a ogni ulteriore pretesa di qualsivoglia natura conseguente al rapporto di lavoro pregresso. Molti gli appelli alla Ministra Cartabia per scongiurare questo scenario ma non è servito a nulla. L'ultimo in ordine di tempo è quello del "Movimento 6 luglio per la riforma della magistratura onoraria" inviato alla Guardasigilli il 19 luglio. "Sconcerta  - leggiamo nella missiva - il difetto di chiarezza in ordine ai requisiti per partecipare alla procedura ormai in corso". "I candidati, inoltre, stanno affrontando le prove al buio, nella prospettiva di dovere scegliere, in caso di esito positivo, il regime dell’impiego c.d. esclusivo o c.d. non esclusivo, ignari di quali saranno le regole di ingaggio, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista dell’impegno concreto". Inoltre "Né appaiono dipanate le questioni relative ai profili previdenziali atteso che, da un lato, l’opzione per il regime esclusivo, determinando l’incompatibilità con l’esercizio della professione forense, comporterà, a quanto pare, l’impossibilità di continuare a versare i contributi alla cassa professionale con gravissime ripercussioni sulla continuità contributiva in danno, in particolare, dei magistrati onorari con maggiore anzianità contributiva presso la Cassa Forense". Infine è caratterizzata da "assoluta oscurità" la recente nota del Dipartimento per gli affari di giustizia in merito ai compensi che dovrebbero essere dati ai magistrati che superano le prove. Per tutto questo l'associazione chiede un intervento urgente alla Ministra Cartabia che dovrà anche "rendere note le misure che saranno adottate per superare i rilievi della Commissione Europea".

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