Giustizia negli affari correnti

 di Valentina Stella Il Dubbio 23 luglio 2022

Le riforme della giustizia, in particolare i decreti attuativi di quelle del processo penale e civile, ricadono nell'ambito degli affari correnti che il Governo Draghi porterà avanti fino alla nomina del nuovo Esecutivo, dopo le elezioni del 25 settembre. È specificato nella Circolare della Presidenza del Consiglio relativa appunto agli affari correnti: "Il governo rimane altresì impegnato nell'attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)", a cui sono legate le riforme su citate. Lo avevano ribadito in questi giorni nei loro discorsi sia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia il premier Mario Draghi. Quali dovrebbero essere i prossimi passaggi? Lo schema di attuazione delle riforme del penale e del civile, come anticipato dal Sottosegretario Sisto in un Question time alla Camera qualche giorno fa, sarebbe dovuto arrivare all'attenzione della Presidenza del Consiglio entro fine luglio. Poi passaggio in Cdm per l'approvazione e poi invio alle commissioni giustizia di Camera e Senato per l'elaborazione dei pareri non vincolanti entro sessanta giorni. Step finale: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, secondo precise scadenze, ossia 19 ottobre per il penale, 24 dicembre per il civile. Tutto questo tecnicamente si può fare, occorre solo la massima volontà politica nel non richiedere modifiche di un certo calibro che metterebbero la Ministra Cartabia e il Governo in una posizione complessa: recepirle per portare comunque a casa le riforme o ignorarle per salvare lo spirito della delega. Se entro il 19 ottobre non fossero in Gazzetta i decreti attuativi del penale rimarrebbe in vigore solo l'articolo due della riforma, quello relativo all'improcedibilità, immediatamente vigente, mentre decadrebbe quanto previsto dall'articolo 1 che prevedeva i decreti attuativi. Per quanto riguarda il civile, è vero che la delega scade a dicembre e  quindi sopravviverebbe alla nuova legislatura ma il nuovo Governo non farebbe molto probabilmente in tempo ad emanare sempre i decreti attuativi. Dovrebbe invece saltare la riforma della giustizia tributaria, incardinata da poco al Senato dopo l'approvazione in Cdm dello scorso 17 maggio. Così come salterà quella del carcere, che si sarebbe dovuta sviluppare sulle basi della relazione Ruotolo, e quella dell'ergastolo ostativo che metterà in una posizione difficile la Corte Costituzionale che dovrebbe fare il terzo rinvio. Mentre per quanto concerne i decreti attuativi della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario spetterà al nuovo Governo emanarli perché la delega scade a giugno dell'anno prossimo. 

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