Non c’è spazio per la vendetta ma solo “un campo” per perdonare l’imperdonabile

 di Valentina Stella Il Dubbio 4 luglio 2022


“Al di là delle idee di male e di giusto c'è un campo: ti incontrerò lì”: termina così, con una stupenda frase del poeta persiano Rumi, The Victim, una bellissima mini serie britannica andata in onda nel 2019 sulla Bbc e trasmessa lo scorso anno in Italia su Sky Investigation, ma disponibile ancora on demand. Si tratta di un prodotto che andrebbe mostrato ai vendicatori, ai rabbiosi, alle menti semplici. Ma anche nelle scuole nell'ora di diritto Costituzionale.


La trama del thriller si sviluppa in quattro puntate, attraverso dei flashback. Kelly Macdonald interpreta Anna, una madre, infermiera ben voluta, in lutto il cui figlio di nove anni, Liam, era stato torturato e assassinato sedici anni prima da un ragazzo di 13 anni. All'assassino, dopo aver scontato una pena detentiva di sette anni, è stata data una nuova identità ma qualcuno l'ha scoperta, o almeno così si crede, e online viene reso noto l'indirizzo di Craig Myers (James Harkness) e la sua foto per incoraggiare le persone ad attaccarlo. Uno lo fa, brutalmente. L'ispettore Steven Grover (John Hannah) è incaricato di indagare sul crimine contro Myers e di rintracciare la persona che ha messo i suoi dettagli online. Grover viene presto condotto dalla madre di Liam, Anna appunto, corrosa dal dolore e dalla furia contro l'uomo che pensa abbia ucciso suo figlio e che secondo lei non ha scontato una giusta pena. È lei ora ad essere processata per aver pubblicato le informazioni su Myers fornitele da una terza parte, il che equivale agli occhi del Crown Office di Edimburgo a una istigazione all'omicidio.


Nel corso della serie, Anna mina tutto ciò che il pubblico pensa di lei per la prima volta. È ferma nella sua convinzione che l'assassino di suo figlio debba essere rivelato e svergognato. Lo spettatore si rende conto che sotto il suo viso freddo, con i suoi capelli ordinati e tirati all'indietro e i suoi vestiti sgargianti, è una persona potenzialmente sconvolta in cerca di vendetta. E allora subito ci si chiede: Myers è l'assassino? Anche se lo è, ha il diritto di ricominciare da capo con la sua nuova famiglia, una moglie innamorata e una figlia? Se sì, è diventato ora lui la vittima? O è ancora Anna? Come recita la locandina del film 'Secondo la legge c'è l'accusa e la vittima. Nella vita, non è tutto così semplice'.


Questo è quello che ci spinge a fare la serie tv: a porci più domande che a trovare risposte, ad abbracciare le sfumature, a interrogarci sul cambiamento, sulle seconde possibilità, sul perdono. A tal proposito c'è un intenso e illuminante dialogo tra Anna e il suo nuovo compagno Lenny (Jamie Sives). L'uomo, vedendo la famiglia sgretolarsi per il processo e per l'odio che la moglie cova, la affronta: 'Hai fatto di te stessa una vittima e ora gli hai dato il potere su tutti noi. Il ragazzo è stato condannato, la sua pena l'ha scontata. Che altro dovrebbe fare? Sei tu ad avere il potere, non lui. Lui non può cambiare niente, ma tu invece puoi per entrambi'. E lei: 'Non starai mica parlando di perdono? Liam è l'unico ad avere il diritto di perdonarlo'. E lui: 'Non parlo di quello che ha fatto a Liam, ma di quello che ha fatto a te'. Lei: 'Certe cose sono imperdonabili'. E lui, magistralmente: 'Ma sono le uniche volte in cui il perdono significa davvero qualcosa. Qual è il punto nel perdonare il perdonabile?'.


Non esiste il bianco e il nero, esiste appunto quel 'campo' dove vittima e carnefice, spesso in ruolo invertiti, saranno chiamati ad incontrarsi per ricominciare. Infatti l'ultimo episodio si apre con la decisione della


Corte di dichiarare Anna colpevole per aver rivelato l'identità di Craig Myers e di aver cospirato per farlo aggredire ma non per ucciderlo. Poiché Anna crede di aver accusato l'uomo sbagliato, lei e Craig decidono di incontrarsi per una sessione di giustizia riparativa: uno dinanzi all'altro con un mediatore a presenziare all'incontro. Una utopia per il nostro sistema giudiziario, alla quale però crede molto la ministra della Giustizia Marta Cartabia che recentemente ha detto: «Si tratta di creare una struttura normativa che permetta di diffondere questo essenziale strumento per la risoluzione dei conflitti. Stiamo approvando dei decreti legislativi che vanno in questa direzione. La giustizia riparativa comporta anche un cambio culturale perché aggiunge alla giustizia penale un passo in più, che è quello di ricucire, ripristinare i rapporti lesi dal conflitto». Tornando ai nostri protagonisti, Anna, durante l'incontro con Myers, cerca di spiegare le ragioni alla base delle sue azioni e di scusarsi con Craig. Ma poi arriva il primo colpo di scena: Myers ammette di essere davvero l'assassino di Liam. Con la verità finalmente rivelata, Anna fugge sconvolta dall'incontro ma il ragazzo le lascia di nascosto il suo numero di telefono. Lei lo chiama e i due si incontrano nel luogo in cui Liam è stato assassinato. Anna vuole sapere tutto ciò che è successo il giorno in cui suo figlio è stato ucciso. Craig descrive l'intera giornata dal suo punto di vista, a cui seguono le reazioni di Anna, che conducono a scene incredibilmente strazianti. Verso la fine dell'episodio, l'ex marito di Anna, Christian (Cal MacAninch), il padre di Liam, si avvicina ai due mentre stanno parlando, pronto ad uccidere Craig con un coltello per quello che aveva fatto a suo figlio. Tuttavia, mentre Craig è pronto ad affrontare la rabbia di Christian, il dramma conosce un'ultima svolta: Anna si mette davanti a Craig per fermare Christian. Non c'è più spazio per la vendetta ma solo per quel campo dove è possibile andare al di là delle idee di male e giusto.

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