Anm spiazzata: oltre il 40% dice sì al sorteggio per il Csm

 di Valentina Stella Il Dubbio 29 gennaio 2022

Il risultato del referendum indetto dall'Anm sul sistema di voto per l'elezione del prossimo Csm rappresenta un pesante segnale di avvertimento della base alle correnti tradizionali: non ci fidiamo più della funzione di corpo intermedio dei gruppi associativi. I risultati parlano chiaro: rispetto al primo quesito, quello relativo al sorteggio, 2470 magistrati hanno risposto No, e sono pari a circa il 58% di quelli che hanno votato, ma il risultato inatteso e sorprendente è quel 42% (1787 voti) che invece ha detto Sì al sorteggio. Avevamo già pronosticato che i Sì avrebbero perso ma non pensavano con queste percentuali relativamente così alte a favore. Come ci conferma il dottor Andrea Reale, esponente dell'Anm con i 101, vincitore, pur se nella sconfitta: « l'esito delle votazioni è un chiaro segno di sfiducia nei confronti delle correnti e nel loro modo di gestire l'autogoverno della magistratura. Inoltre è un segnale nei confronti della politica, a cui una gran parte di magistrati chiede di farsi promotrice di una riforma tramite il sorteggio, l'unico in grado di recidere qualunque genere di legame delle correnti all'interno del Csm». D'accordo l'onorevole di Forza Italia Zanettin: «questo risultato rafforza la mia battaglia per il sorteggio, che solo fino a qualche anno fa era considerato una vera e propria eresia». Eppure il presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, dà una lettura opposta della situazione: «è evidente che un numero significativo di magistrati ha votato contro il sorteggio, bocciandone la proposta politica. Il dato letto insieme all’alto numero di magistrati che non hanno votato, può significare che il sorteggio non è stato interpretato come la svolta epocale prospettata dai promotori». Al contrario, invece, interpellato dal Dubbio subito dopo la diffusione dei risultati, l’ex presidente Anm Pasquale Grasso coglie il «travolgente successo del sorteggio: certo, è un esito privo di effetti a breve termine», aggiunge, «considerato che, a quanto sembra, la nuova legge elettorale dovrebbe essere sicuramente senza sorteggio e bimaggioritaria. In un quadro simile, le correnti non dovrebbero perdere la loro influenza ma solo due, più o meno di pari forza, continuerebbero a reggere la scena». Con una conseguenza: «Al Csm saranno i laici l’ago della bilancia». L'altro quesito segna la netta vittoria del proporzionale: 3189 a favore, contro i 745 a favore del maggioritario. La vittoria del proporzionale è in parte in continuità con l'altro risultato, ossia con una magistratura stanza del gioco delle correnti. Questo tipo di scelta, infatti, significa appoggiare un sistema che dovrebbe dare una chance ai candidati senza bandiera. La seconda considerazione è che viene bocciata così la proposta Cartabia del maggioritario. In tal senso va il  commento del Coordinamento di AreaDg: « Constatiamo con soddisfazione che i magistrati,  pur disincantati e delusi per tutto ciò che è successo in questi anni, non ritengano il sorteggio la soluzione dei mali dell’autogoverno. Siamo soddisfatti che sia chiaramente maggioritaria la nostra idea di un autogoverno pluralista e ampiamente rappresentativo di tutte le voci e le anime della magistratura, idea che evidentemente traspare dalla scelta quasi plebiscitaria in favore del sistema proporzionale». Per Rossella Marro, presidente nazionale Unicost, «si tratta senza dubbio di un voto che esprime insoddisfazione nei confronti dell’azione consiliare da parte del corpo elettorale, che va letto però unitamente al dato schiacciante a favore di un sistema elettorale di ispirazione proporzionale». Su 10771 magistrati ordinari, gli iscritti all'Anm sono 9241. A votare sono stati poco più di 4000. Oltre la metà dei magistrati si è allontanata dall'attività associativa e questo chiude il cerchio: sono stanchi e disinteressati dell'attuale Anm.

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