Albamonte: Cartabia troppo trionfalista

 di Valentina Stella Il Dubbio 21 gennaio 2022

Per il dottor Eugenio Albamonte, Segretario di AreaDg,  dietro i toni "trionfalistici" della Ministra Cartabia si nascondano diverse criticità: le misure messe in campo addirittura potrebbero allungare i tempi dei processi e persiste, nonostante le rassicurazioni della Guardasigilli, il timore per un abbassamento della qualità delle decisioni a causa dell'iper produttività richiesta dall'Europa.  

La relazione della Ministra offre l'occasione per fare un bilancio del suo operato. Promossa o bocciata?

Sicuramente si sono aperti molti cantieri e bisogna dare atto alla Ministra del tentativo di  aver messo in piedi, in un breve periodo di tempo, molte iniziative. Tuttavia credo che si sia dato per scontato che attraverso tali iniziative i problemi siano già risolti o comunque siano seriamente avviati a soluzione. Invece siamo ben lungi dall'aver conseguito i risultati descritti ma anche dall'avere certezza che si raggiungeranno in futuro. Quindi, in sintesi, ho trovato l'esposizione della relazione eccessivamente trionfalistica.

A cosa si riferisce in particolare?

Ad esempio al tema dei tempi ragionevoli del processo. Non mi esprimo sul processo civile, che non conosco. Sicuramente per quel che concerne il penale le misure messe in campo non accelerano i tempi dei procedimenti, i quali rischiano addirittura anche di potersi allungare in alcuni passaggi.

Proprio con lei in una recente nostra intervista abbiamo parlato del rischio che l'iperproduttività richiesta dall'Europa possa inficiare la qualità delle decisioni. La Ministra sembra aver (r)assicurato che non è così in un passaggio della relazione.

Io invece continuo ad essere molto preoccupato per questo aspetto. Se si mette mano solo alle accelerazioni dei tempi e non anche alla quantità degli affari giudiziari, è inevitabile che la qualità scemerà. D'altronde ne abbiamo avuto un esempio nella giurisprudenza della Corte di Cassazione: quando si è cercato di accelerare i tempi di definizione dei ricorsi, abbiamo ottenuto un risultato positivo in termini di riduzione della durata ma un altro, non altrettanto positivo, nel mantenere alta la qualità di tutte le decisioni.

Le riforme sicuramente non sono le migliori perché frutto del compromesso. La Ministra ha ammesso che sono figlie di accordi.

Ci sono delle mediazioni alte e dei compromessi bassi. A me sembra che per alcuni passaggi, come quello sull'improcedibilità, siamo nel campo dei compromessi bassi. La domanda da farsi è se questo dipenda dalla Ministra o dall'incapacità dei partiti politici di maggioranza di rinunciare alle loro propagande in materia di giustizia. La risposta che mi do è che tale responsabilità non sia da attribuire alla Guardasigilli.

Sul capitolo tanto importante della riforma del Csm, la Cartabia ha ricordato solo a che punto siamo.

Comincio a disperare che si possa mettere effettivamente mano alla riforma. Ormai siamo a ridosso della scadenza del rinnovo del Consiglio e neanche abbiamo la  nuova legge elettorale. Figuriamoci per tutto il resto della riforma quanto sarà complicato discuterne in Parlamento, con i tempi stretti che si hanno dinanzi. Sarà complesso esercitare la delega.  L'impressione è che il tema sia stato accantonato perché divisivo, in un momento così delicato che ci avvicina all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

A proposito di legge elettorale, sia avvicina il referendum sul sorteggio indetto dall'Anm. La vostra posizione?

Voteremo no al sorteggio, anche a quello temperato.

Ieri il Csm ha confermato Curzio e Cassano ai vertici della Cassazione. Come legge la presenza di Mattarella?

Traggo il significato della sua presenza dalle sue stesse parole, ossia l'apprezzamento per la tempestività con cui la V Commissione ha riformulato le proposte e il plenum ha assunto le deliberazioni, che anche io ho personalmente approvato. Dunque sono contento che sia giunta anche da parte di Mattarella la condivisione di questo scatto di orgoglio del Consiglio.

Alcuni consiglieri hanno votato però contro.

La decisione del Consiglio di Stato, che ha dimostrato di essere un po' invadente nelle competenze del Consiglio, scivolando da una valutazione di legittimità ad una di merito, non poteva che essere quella di invitare il Csm a motivare diversamente le sue scelte. Il Consiglio questo ha fatto: mi sorprende che anche chi in precedenza aveva votato queste nomine oggi (ieri, ndr) abbia deciso di esprimersi diversamente. Non vorrei che da parte di qualcuno, soprattutto da chi ha votato contro, ci sia la condivisione di una strategia  - che viene un po' dal mondo della politica, da quello della comunicazione e da alcune rappresentanze minoritarie della magistratura -  che vuole ridurre progressivamente il ruolo e l'importanza istituzionale del Csm. Gli annullamenti possono rappresentare l'occasione buona per portare avanti questa strategia e chi la supporta lo fa per una ragione politica, che è quella di ridurre anche dall'interno la credibilità del Csm.

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