Costa: su scontro Csm e Cds intervenga la Cartabia

 di Valentina Stella Il Dubbio 19 gennaio 2022

«Il Ministero della Giustizia non può tirarsi fuori dal grave conflitto istituzionale tra CSM e Consiglio di Stato»: così l'onorevole di Azione Enrico Costa, che ieri ha presentato un'interrogazione parlamentare alla Ministra  Marta Cartabia. Ricordando che via Arenula si è costituita contro l’accoglimento del ricorso di Angelo Spirito, il deputato chiede alla Guardasigilli «se non intende evidenziare, nell’ambito delle prerogative del Ministero, come - di fronte alle argomentazioni del Consiglio di Stato - il Csm, riproponendo con un'istruttoria ‘lampo’ le stesse nomine bocciate, possa incorrere nell’elusione di una sentenza del Consiglio di Stato con conseguente probabile nuova bocciatura». Nell’interrogazione Costa ripercorre le tappe che hanno portato al conflitto istituzionale tra CSM e Consiglio di Stato, evidenziando come nella sentenza il Consiglio di Stato abbia ritenuto la motivazione posta a fondamento della valutazione «gravemente lacunosa e irragionevole» oltre che «manifestamente irragionevole e difettosamente motivato il giudizio espresso dal Csm in relazione agli indicatori specifici», quando occorrerebbe «una motivazione ragionevole e adeguata per poter giustificare una conclusione difforme dalle (univoche) emergenze dei dati oggettivi». Infine partendo dal fatto che due giorni fa, la quinta Commissione del Csm, competente sugli incarichi direttivi, ha approvato con quattro voti su sei la proposta di confermare le nomine di Curzio e Cassano, «si desume che su tale decisione sia stato richiesto il concerto del Ministero della Giustizia ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 195 del 1958». Pertanto si chiede ancora alla Ministra «quali siano i tempi medi dell’istruttoria del Ministero della giustizia in relazione al concerto di cui all'articolo 11 della legge n. 195 del 1958, quali l'ordine di elaborazione delle valutazioni, e quali i tempi necessari per il concerto nel caso de quo». Conclude Costa in una nota: «Spero in una risposta fulminea, come gli atti del CSM di questi giorni, e comunque solleverò la questione in occasione della seduta della Camera di domani (oggi per chi legge, ndr)».


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