Cartabia: superati gli obiettivi ma al ribasso

 di Valentina Stella Il Dubbio 20 gennaio 2022

Se da un lato «possiamo senza dubbio dire di aver conseguito gli obiettivi previsti per il 31 dicembre 2021 - ha detto ieri la Ministra Cartabia illustrando la sua relazione annuale a Senato e Camera -  che annoveravano l'approvazione delle leggi di delega in materia di processo civile e di processo penale; gli interventi in tema di insolvenza e l'avvio del reclutamento per l'Ufficio per il Processo» dall'alto lato, ha proseguito, «queste riforme sono figlie del contesto straordinario in cui sono nate: di un Governo sostenuto da una maggioranza amplissima, di “unità nazionale”, con sensibilità al suo interno molto distanti sulla giustizia. Ma è sempre stata sorretta dalla comune responsabilità per l'interesse del Paese. E questo ha sostenuto il cammino – a tratti complesso – delle riforme, nella ricerca di un'equilibrata sintesi». È nella coesistenza di questi concetti che si regge l'operato di questi mesi della Guardasigilli: rispondere ai diktat europei nella consapevolezza che però si sarebbe potuto fare di più, meglio e attirandosi meno critiche. Ma ha dovuto prevalere, purtroppo o per fortuna, il compromesso politico. Vedasi capitolo improcedibilità. Ma la Ministra ha anche ricordato che «sin dall'inizio del mio mandato ho cercato di assicurare che il Ministero della giustizia operasse in sinergia con tutti gli attori del sistema giustizia: CSM, Scuola superiore della magistratura, singoli uffici giudiziari, avvocatura, università». La Cartabia sa infatti ascoltare bene, anche se poi diverse volte agisce diversamente rispetto alle istanze che le vengono presentate. Comunque non a caso ha indirettamente risposto al timore, espresso spesso da alcuni magistrati su questo giornale, che gli standard di produttività europei possano abbassare la qualità delle decisioni: «Più volte in questi mesi nel dibattito pubblico si è stigmatizzata una visione “efficientistica” della giustizia. Mi preme rimarcare che il lavoro di squadra, se ben organizzato e ben condotto, non solo incrementa l’efficienza della giustizia, migliorandone i tempi, ma ne favorisce la qualità. Non c'è competizione, né tanto meno contraddizione, tra efficienza e qualità della giustizia, ma reciproco sostegno nel quadro dell’Ufficio per il processo». Accanto a questo ufficio, ha ricordato la Guardasigilli, ci sarà il nuovo Dipartimento che si occuperà della transizione digitale e della statistica. «Partire dai dati è essenziale per scongiurare il rischio di interventi ad impronta emozionale -  ha sottolineato la Cartabia -  improvvisati e inadeguati ai bisogni e alla loro dimensione effettiva. Inoltre, è un dovere di trasparenza verso i cittadini comunicare in maniera chiara i dati che alimentano le decisioni pubbliche e il loro impatto qualitativo e quantitativo; è un dovere verso i cittadini e un impegno di democrazia». Una reazione probabilmente alle continue richieste in tal senso fatte dall'Unione Camere Penali e dal deputato di Azione Enrico Costa, che ha «accolto positivamente l'istituzione del Dipartimento ma esso dovrà coniugarsi con il fascicolo di performance del pubblico ministero e contenere dati fino ad ora sconosciuti come gli avvisi di garanzia emessi». C'era molta attesa sul destino della riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario ma la Ministra non si è sbilanciata: «Sono certa che nelle prossime settimane potremo progredire nella scrittura anche di questo atteso capitolo di riforma. La Camera ha già calendarizzato la discussione in aula e quella scadenza dovrà essere rispettata. Per parte mia continuerò, come ho fatto nei mesi scorsi e come ben sanno tutti coloro con cui ho avuto interlocuzioni sul tema, a dare la mia massima disponibilità per accelerare il corso di questa riforma e per sollecitarne l'esame da parte dei competenti organi del Governo»; quasi a voler addebitare la colpa del ritardo a Draghi che tiene praticamente congelati gli emendamenti a Palazzo Chigi da prima di Natale.  Per quanto concerne il capitolo carcere la Cartabia non ha potuto elencare azioni concrete compiute. La riforma non c'è: ci sono le proposte della Commissione Ruotolo per il miglioramento della quotidianità penitenziaria. Sullo sfondo «il primo e più grave tra tutti i problemi»  - ha detto la Ministra - che «continua ad essere il sovraffollamento: ad oggi su 50.832 posti regolamentari, di cui 47.418 effettivi, i detenuti sono 54.329, con una percentuale di sovraffollamento del 114%». Per questo nelle sue repliche al Senato ha assicurato: « l'emergenza delle carceri si sta imponendo nel Paese. È oggetto della mia attenzione da sempre e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi. È una questione alla quale darò priorità». Inoltre, ha sottolineato, «da mesi, mi sto adoperando molto anche sull’urgente tema della salute mentale in carcere. È un dramma enorme, ma mi fa piacere segnalare che è in costante calo il numero dei detenuti in attesa di entrare nelle REMS: erano 98 nell’ottobre 2020, divenuti 35 nella stessa data del 2021». Molta prudenza invece sul tema dell'ergastolo ostativo: con un dibattito molto acceso in corso ci si aspettava l'indicazione di una strada per arrivare alla legge. Invece la Guardasigilli si è limitata a fotografare lo stato dell'arte: «a maggio scadranno infatti i 12 mesi di tempo dati dalla Corte costituzionale al Parlamento per intervenire sulla materia, nel rispetto dei principi costituzionali e salvaguardando le specificità e le esigenze del contrasto soprattutto alla mafia e alla criminalità organizzata in generale». Proprio ieri in Commissione Giustizia il sottosegretario Sisto ha confermato che il governo sta ancora svolgendo approfondimenti istruttori sulle 110 proposte emendative. Il presidente Perantoni ha rinviato i lavori  subito dopo l'elezione del Capo dello Stato.  La Ministra Cartabia ha accennato anche alla «stabilizzazione di migliaia di magistrati onorari»: ma non è sufficiente visto che hanno proclamato l'astensione dalle udienze civili e penali dal 31  gennaio al 4 febbraio. Diverse le reazioni: Emma Bonino (+Europa): «relazione puntuale e puntigliosa ma sarà difficile trovare accordo su separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, obbligatorietà dell'azione penale»; anche Giulia Bongiorno (Lega), pur votando a favore della Relazione, ha chiesto «coraggio» per attuare la separazione delle carriere.  Grazia D'Angelo (M5S): «bene Ufficio del processo, accelerare contro violenza donne e su condizione carceri», Anna Rossomando (Pd): «con questo governo abbiamo iniziato un percorso di riforme in una fase di unità nazionale che ci ha obbligato a lavorare insieme, condividere e decidere. Questo spirito deve continuare e dobbiamo andare avanti sulle riforme: interventi sul carcere, giustizia riparativa, ergastolo ostativo e riforma del Csm». Critiche ovviamente sono arrivate da Fratelli d'Italia: per Alberto Balboni «La sua è una maggioranza talmente ampia da contenere tutto e il contrario di tutto e questo comporta spesso compromesso a ribasso, le riforme di cui lei ha parlato sono riforme a ribasso». Vittorio Sgarbi (Misto): «ricordo al Ministro che sul sovraffollamento pesa la carcerazione preventiva». 


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