Altra fumata nera per la riforma del Csm in Cdm

 di Valentina Stella Il Dubbio 6 gennaio 2022

 

Aspettando Godot chissà se arriverà mai al nostro cospetto la proposta governativa di riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Nel momento in cui scriviamo è stato da poco reso noto l'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri: « decreto legge su Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, monitoraggio dei provvedimenti attuativi, varie ed eventuali». Augurandoci che una riforma così importante non sia stata immaginata per i ritagli di tempo, possiamo dunque dire che un'altra occasione è saltata, dopo quella di Natale. Allora si rafforza l'ipotesi che vi abbiamo condiviso ieri secondo la quale l'emendamento della Ministra Cartabia potrebbe arrivare direttamente in Commissione Giustizia alla Camera. È quello che auspica l'onorevole del M5S, Eugenio Saitta, relatore del provvedimento: «a questo punto la riforma, che si fa sempre più urgente, venga portata direttamente in Commissione, soprattutto perché occorre rinnovare con una nuova legge elettorale il Csm». Dello stesso parere l'altro relatore, il dem Walter Verini: «c'è urgenza della riforma per garantire nuovi meccanismi di elezione per il Csm; quindi ci aspettiamo che nei prossimi giorni gli emendamenti della Ministra arrivino in Parlamento o attraverso il vaglio di un prossimo Cdm o con la presentazione direttamente in Commissione». Per l'esponente di Forza Italia, Pierantonio Zanettin «siamo in un ritardo talmente grande  che a questo punto sarebbe opportuno trasformare la legge delega, che prevede un anno per i decreti attuativi, in una legge immediatamente precettiva. Altrimenti si rischia di fare una legge di principi che non verrà mai attuata». Ipotizzando che la riforma del sistema elettorale del Csm sia immediatamente applicabile, per Zanettin però «ci sono altri aspetti importanti che vanno modificati.Tra massimo un anno ci saranno nuove elezioni politiche e noi vogliamo arrivarci senza aver normato la disciplina sulle porte girevoli?». Critico per questo ennesimo nulla di fatto è anche l'onorevole di Azione Enrico Costa: «per accelerare i passaggi si è utilizzato il disegno di legge Bonafede come testo base. Io sono stato l'unico a votare contro, auspicando un ddl proprio del Governo che si sarebbe potuto già fare dallo scorso aprile. A questo punto mi sembra di rivedere il film della legge Severino, arrivata con il Governo Monti quasi alla fine della legislatura con alcuni decreti legislativi. Alcuni deleghe sono state esercitate, altre no. Ora ci fanno arrivare all'ultimo momento utile, quando non avremo forse più possibilità di reagire. Basterà che qualcuno remi contro la delega suo fuori ruolo, per fare un esempio, e la riforma salta. Uno dei tanti modi per disinnescare i cambiamenti che non piacciono all'Anm». 


Commenti

Post popolari in questo blog

Le commissioni di inchiesta in Parlamento

«L’avvocato non può essere identificato con l’assistito»

«Ridurre l’arretrato civile del 90%? Una chimera» Nordio ripensa l’intesa con l’Ue