Assolto Raffaele Lombardo

 di Angela Stella Il Riformista 8 gennaio 2022

La Corte d'Appello di Catania ha assolto ieri l'ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, dalle accuse di  concorso esterno  in associazione mafiosa e corruzione elettorale. Alla lettura della sentenza l'ex Fondatore e leader del Movimento per le Autonomie non era in aula ma al telefono con uno dei suoi legali si è detto « molto felice e sollevato per assoluzione». Ha poi aggiunto all'Adnkronos: «Sono stati 12 anni da incubo, la sentenza mi ripaga di tante sofferenze. La mia è una vicenda umana e giudiziaria incredibile». Per uno dei politici più influenti della Sicilia è stata una vera e propria odissea giudiziaria durata quasi undici anni: una condanna, un'assoluzione, un annullamento dell'assoluzione con rinvio. Tre sentenze, tutte diverse l'una dall'altra. E ieri la quarta sentenza: ancora una assoluzione. Le indagini sono state condotte in questi dieci anni dai carabinieri del Ros di Catania che hanno indagato sui rapporti tra politica, imprenditori, 'colletti bianchi' e Cosa nostra. Secondo l'accusa l'ex Presidente Lombardo avrebbe favorito i clan mafiosi in cambio di migliaia di voti per le regionali del 2008, quando poi fu eletto governatore. Accuse che la difesa dell'ex Presidente, rappresentata dagli avvocati Vincenzo Maiello e Maria Licata, ha sempre respinto. Anche ieri, in chiusura delle controrepliche l'avvocato Maiello, come riferisce l'Adnkronos, ha detto: «Abbiamo l'esigenza di mettere capo alla definizione di questa vicenda giudiziaria le cui conseguenze, sul piano personale ma non solo personali, sono sotto gli occhi di tutti. Raffaele Lombardo deve essere assolto. Non ha mai stretto patti con Cosa nostra. Sappiamo di trovarci di fronte a una Corte d'Appello che si riconosce nelle regole, nelle tecniche argomentative. Chiedo di dichiarare l'insusistenza del fatto". E ha aggiunto: «Confidiamo che la Corte d'appello libererà Raffaele Lombardo da questa annosa pena che lo angustia affermando che il fatto non sussiste e, quindi, affermando che la Regione non è stata governata da chi è sceso a patti con Cosa nostra. Lombardo ha fatto solo scelte contro Cosa nostra», ricordando alla Corte d'Appello presieduta da Rosa Angela Castagnola, che nella sua Giunta Lombardo aveva scelto due magistrati antimafia, Caterina Chinnici e Massimo Russo. La Procura generale, rappresentata in aula dai magistrati Sabrina Gambino e Agata Santonocito, aveva invece chiesto la condanna di Lombardo a sette anni e quattro mesi di reclusione, considerando le riduzioni previste dal rito abbreviato con cui il processo è stato celebrato. Al centro del procedimento i suoi presunti contatti con esponenti dei clan etnei che l'ex governatore ha sempre negato sostenendo di avere «nuociuto alla mafia come mai nessuno prima di me», di «non avere incontrato esponenti» delle cosche e di avere «sempre combattuto Cosa nostra». Per questo i suoi legali hanno chiesto l'assoluzione del loro assistito «perché il fatto non sussiste». Ad accusare Lombardo ci sono stati alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Dario Caruana. Questi aveva riferito di una riunione riservata, in cui si affrontavano argomenti di appalti ed affari, svoltosi nei primi sei mesi del 2003 in una casa di campagna alle porte di Barrafranca. Dichiarazioni sempre smentite da Lombardo. E ora anche dall'ennesima decisione. «Siamo molto soddisfatti. Questa assoluzione è un risultato che rende giustizia alla verità», ha detto all'Adnkronos l'avvocata Maria Licata. Mentre al Riformista dice il prof avv Maiello: «Sono contento di aver contribuito ad un risultato che rimette al centro i valori della legalità penale e respinge gli approcci di pratiche premoderne di giustizia sommaria e protestativa. Questa sentenza restituisce a Raffaele Lombardo e a quanti avevano creduto nel suo progetto politico e amministrativo la dignità e l'onore offuscati dall'altalenarsi di verdetti contraddittori. Approfitto per dire che ho avuto il privilegio di lavorare con una collega straordinaria che con acribia ha svolto un ruolo fondamentale nell'organizzazione dell'attività difensiva». Sempre con l'Adn ha parlato l’ex ministro Dc Calogero Mannino: «personalmente provo la soddisfazione che può provare un amico. Un amico, peraltro, sempre convinto della sua innocenza. E un riconoscimento che la giustizia gli rende – ha aggiunto -, certo, un riconoscimento molto faticoso per lui. Un’esperienza che io ho fatto anche più intensamente e più dolorosamente. Per la verità nel chiamarlo per compiacermi gli ho detto che non sapevo se congratularmi, perché quando capitavano a me queste cose quasi mi dava fastidio che si congratulassero per una cosa molto scontata com’era l’assoluzione». Quanto alla possibilità che l’odissea giudiziaria di Lombardo possa non essere ancora giunta al capolinea, Mannino conclude: «Io dormivo sonni tranquilli, poi mi è arrivato un pezzo di carta che si è preso altri dieci anni. Gli auguro che non gli capiti la stessa cosa». Esprime soddisfazione per la sentenza anche l'associazione radicale Nessuno Tocchi Caino: « L’assoluzione di Raffaele Lombardo è una riconquista dello Stato di Diritto. Perché scaccia, in un sol colpo, i processi sommari, quelli per sentito dire, la logica del sospetto, il “diritto del nemico” e le condanne non per fatti-reato ma per “tipo d’autore”, dove le uniche prove sono le parole dei pentiti». Per il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, «dodici lunghi anni e un'attesa che ha compromesso il percorso politico di Raffaele Lombardo, che ha gettato ombre e dubbi sulla tenuta di un intero sistema politico siciliano.  A Raffaele Lombardo esprimo la mia vicinanza per questo verdetto che ristabilisce la verità, non cancellando però la sua sofferenza». «Felice» per l'esito processuale si è detto anche Nino Minardo, segretario Regionale Lega Sicilia. 


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