Omicidio Ciatti: si decide a marzo dove farlo

 di Valentina Stella Il Dubbio 25 gennaio 2022

La prima Corte d'Assise di Roma deciderà il prossimo 17 marzo se il processo sull'omicidio di Niccolò  Ciatti, il ventenne toscano ucciso nel corso di un pestaggio in una discoteca in Spagna la notte tra l'11 e il 12 agosto del 2017, si potrà tenere in Italia o sarà la Spagna a giudicare Rassoul Bissoultanov. Il nodo della giurisdizione è stato infatti ieri al centro della prima udienza del processo: a sollevare la questione sono stati i difensori del ceceno, tra cui l'avvocato Francesco Gianzi che al Dubbio spiega: «in realtà noi abbiamo sollevato la questione delle procedibilità nei confronti del nostro assistito, che era stata già affrontata dagli stessi giudici quando hanno revocato la misura cautelare. A nostro parere già in quel provvedimento i giudici hanno stabilito che non si può procedere in Italia nei confronti di Bissoultanov perché si tratta di un cittadino estero che non vive nel nostro territorio. Ora l'unico dubbio da sciogliere, secondo me, può essere quello relativo alla possibilità di procedere nei confronti del cittadino straniero che comunque è stato in Italia, in carcere, e che ha avuto conoscenza dell'esistenza del processo.  Questo però è avvenuto  illegittimamente perché a seguito di un mandato di arresto europeo che non poteva essere eseguito, in base articolo 10 del nostro codice penale». L'avvocato ha comunque ribadito che Bissoultanov «non vuole sottrarsi al processo» e che si troverebbe in Spagna, «Paese dove è successo il fatto e che si è visto sottrarre la giurisdizione. Il processo lì sarebbe iniziato se non fosse stato arrestato ed estradato in Italia». Di diverso parere il pm della Procura di Roma, Erminio Amelio, che, nel corso del suo intervento in apertura di udienza, ha sostenuto che il processo a carico del cittadino ceceno Bissoultanov «si deve fare in Italia perchè ci sono tutte le condizioni per dare giustizia a Ciatti, ucciso con inaudita violenza. È un processo che dobbiamo allo Stato, a Niccolò e alla sua famiglia». Bissoultanov, accusato di omicidio, era stato estradato nel nostro Paese dalla Germania ma dal 22 dicembre scorso è tornato libero dopo che i giudici hanno accolto una istanza dei difensori su un difetto di procedura. Per il rappresentante dell'accusa «l'Italia ha la giurisdizione e non siamo in presenza di un arresto illegittimo: non siamo andati a prendere Bissoultanov di notte, ci è stato dato legalmente dalla Germania ed era legittimamente in Italia. Altro che sequestro di persona, come sostiene la difesa. L'elezione di domicilio c'è e il processo si può celebrare»«Non si può lasciare libero un assassino – ha detto ieri Luigi Ciatti, padre di Niccolò – al termine dell’udienza - Questo è un assassino che ha ucciso mio figlio in discoteca, è una vergogna. Mi auguro ci sia coscienza da parte di questi giudici. Voglio giustizia, in Spagna in quattro anni non sono stati capaci di fare un processo vero».


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