La “quarantena” giudiziaria di Ilaria Capua diventa un film

 di Valentina Stella Il Dubbio 6 dicembre 2021

 

In un momento storico in cui stiamo cercando di venir fuori dalla pandemia della Sars-Cov2 e in cui abbiamo imparato un nuovo linguaggio scientifico, interrogandoci contemporaneamente  sul rapporto tra politica e scienza, esce «Trafficante di virus»,  il film liberamente ispirato al libro di Ilaria Capua, «Io, trafficante di virus  - Una storia di scienza e di amara giustizia» scritto con il giornalista scientifico Daniele Mont D’Arpizio (Rizzoli editore, 2017).  La regia è di Costanza Quatriglio che firma anche la sceneggiatura con Francesca Archibugi. Ad interpretare la scienziata italiana emigrata negli Stati Uniti è Anna Foglietta.  Prodotto da Picomedia con Medusa e Prime Video il film è stato nelle sale il 29, il 30 novembre e il primo dicembre e, prossimamente, sarà disponibile su Prime Video. In realtà «Trafficanti di virus» è il titolo che l'Espresso scelse di dare ad una sua copertina del 2014 e ad una inchiesta di Lirio Abbate che scriveva: «Ceppi di aviaria spediti in Italia per posta. Accordi tra scienziati e aziende. L'inchiesta segreta dei Nas e della procura di Roma ipotizza un vero e proprio traffico illegale. E nel registro degli indagati c'è un nome eccellente: quello di Ilaria Capua, virologa di fama e deputato. Che respinge le accuse». L’indagine della procura di Roma produsse 17.000 pagine di documentazione, tra cui moltissime intercettazioni della scienziata che - coerentemente col vizietto italiano di fare della stampa il megafono delle procure -  finirono sui giornali prima ancora che le venisse notificata la chiusura delle indagini a suo carico. Ilaria Capua, virologa e ricercatrice di fama mondiale, la prima ad aver caratterizzato il ceppo africano H5N1 dell’influenza aviaria, ha rischiato addirittura  l'ergastolo perché nel 2014 un procuratore romano l'ha accusata - insieme ad altre 15 persone - di essere una criminale senza scrupoli,  il vertice di una associazione a delinquere che contrabbandava virus e procurava epidemie in cambio di soldi, in accordo con alcune multinazionali dei vaccini. Ne veniva fuori l'immagine di una donna che lucrava e metteva in pericolo la salute di noi cittadini ma che stranamente si decise di mantenere a piede libero per oltre sette anni prima di accusarla formalmente. Dopo due anni, e il trasferimento del processo a Verona, per undici dei dodici capi di accusa, tra cui quelli riguardanti la diffusione di epidemie nell’uomo e negli animali, associazione per delinquere, falso ideologico, concussione e abuso d'ufficio è stata prosciolta «perché il fatto non sussiste». Il proscioglimento nel merito, più favorevole all'imputato, ha prevalso rispetto alla dichiarazioni di estinzione del reato, ossia la prescrizione, anche per tutte - tranne una -  le accuse prescritte. Gogna giudiziaria e mediatica hanno portato tuttavia la Capua a dimettersi da parlamentare di Scelta Civica e a trasferirsi negli Stati Uniti dove attualmente dirige un centro di ricerca di eccellenza dell’Università della Florida. Come ci disse in una lunga intervista rilasciata nel 2017:«Vorrei che questa mia storia servisse a tante persone, che sono coinvolte in vicende come la mia, a farsi forza ed andare avanti. Io ho voluto dare voce anche a queste persone. Se con il mio libro (ora anche con il suo film, ndr) riuscissi a evitare che anche un solo scienziato o una persona onesta venissero accusati ingiustamente e svergognati sui giornali avrei vinto la mia battaglia. Il mio non lo ritengo un caso di malagiustizia ma di amara giustizia: alla fine giustizia è stata fatta ma ci è voluto tempo, c'è stata la messa in discussione della mia vita e lo sradicamento di una famiglia dall'Italia, il trasferimento dall'altra parte del mondo. Mi sento come se fossi stata ostaggio della giustizia». Dal 26 ottobre di quest'anno la professoressa Ilaria Capua è anche in libreria con «La meraviglia e la trasformazione  - Verso una salute circolare» edito da Mondadori: «Le pandemie sono grandi eventi trasformazionali. Si abbattono su sistemi che si credono consolidati, aprendo crepe e facendo tremare tutto. Destabilizzano e suscitano un sentimento ambivalente: paura e incertezza da una parte, ma anche meraviglia, perché all’interno delle loro pieghe ci sono enormi opportunità. Di comprensione del mondo, di aggiornamento del nostro modo di relazionarci a esso».


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