Cronaca del Cdc

 di Valentina Stella Il Dubbio 21 dicembre 2021

Un referendum tra i magistrati sul sistema elettorale del Csm. A deciderlo è stato domenica il comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati che ha approvato a maggioranza un documento, proposto da Autonomia&Indipendenza e Articolo 101, che indice la consultazione su due quesiti. Il primo chiede se si è favorevoli o contrari a che «i candidati al Csm siano scelti mediante sorteggio di un multiplo dei componenti da eleggere»; il secondo su quale sia il sistema preferibile per l’elezione dei togati, se maggioritario o proporzionale.  Il ‘parlamentino’ dell’Anm ha dato dunque «mandato alla giunta di organizzare la consultazione elettorale sui due quesiti, attraverso la piattaforma digitale già disponibile, da svolgersi il 27 e il 28 gennaio 2022 con il seggio virtuale aperto per almeno 9 ore al giorno», spiega il documento approvato. Ma l'onorevole Pierantonio Zanettin di Forza Italia, che sostiene fortemente il sorteggio, si dice « sorpreso dal fatto che questo referendum viene indetto per il 27 ed il 28 gennaio, quando con ogni probabilità i giochi in commissione Giustizia si saranno conclusi. Se questa vuole essere una iniziativa seria, si svolga ora e non a gennaio». Durante il Cdc l'Anm ha anche espresso «ferma contrarietà» sia all'introduzione, in sede di valutazioni periodiche di professionalità, del sistema delle pagelle con previsione di un giudizio di graduazione nel merito (sufficiente, discreto, buono e ottimo) con riferimento alle attitudini organizzative, «perché esso accentuerebbe la gerarchizzazione degli uffici giudiziari dilatando il potere dei dirigenti che verrebbe esercitato con criteri la cui discrezionalità non sarebbe agevolmente verificabile», sia «alla previsione di un maggior coinvolgimento dell’Avvocatura nelle decisioni dei Consigli giudiziari, mediante il riconoscimento del diritto di voto nelle delibere sulla valutazione di professionalità e in materia di conferimento degli incarichi direttivi e semi-direttivi, perché tale previsione potrebbe alterare il principio di “parità delle parti” nel processo e incidere sulla serenità e imparzialità della giurisdizione».  In ultimo  hanno approvato a maggioranza una delibera in cui si dice che « Se davvero è intenzione del legislatore contribuire a marginalizzare i potentati, che siano riconducibili a gruppi organizzati o ad alcuni territori “più forti”, è necessario evitare che i collegi elettorali siano troppo piccoli ed è essenziale escludere dall’orizzonte qualunque sistema maggioritario, comunque declinato, che privilegerebbe l’elezione dei rappresentanti dei gruppi maggiori, favorirebbe la polarizzazione, e aumenterebbe a dismisura proprio quel potere che il legislatore afferma di voler limitare o addirittura cancellare».

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