Csm? Parliamone

 di Valentina Stella Il Dubbio 17 dicembre 2021

Ci siamo quasi, anche se la meta definitiva è ancora lontana: la ministra della Giustizia Marta Cartabia presenterà la prossima settimana al Consiglio dei ministri i suoi emendamenti al ddl Bonafede sulla riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario. Alla fine degli incontri avuti ieri con le delegazioni dei partiti della maggioranza, e preceduti due giorni fa da quello con la Presidente facente funzioni del Cnf Maria Masi, si è recata a Palazzo Chigi e ha ribadito con molta forza l'assoluta urgenza - già condivisa con il premier Mario Draghi in occasione dell'incontro del 7 dicembre scorso- che questa riforma arrivi in Cdm e possa procedere con il suo iter parlamentare quanto prima. Non si tratterà, come già preannunciato, di un testo blindato, come avvenuto per la riforma del processo penale, ma sarà aperto alle modifiche della Commissione Giustizia. L'obiettivo della Ministra è trovare convergenze su quanti più punti possibili. Su un tema che riguarda da vicino gli avvocati, ossia il diritto di voto nei Consigli giudiziari, la Cartabia sarebbe orientata ad accogliere la proposta del Partito Democratico per cui l'avvocato sarebbe un semplice delegato che si farebbe portatore di una decisione presa invece dal Consiglio dell'Ordine. La delegazione del Pd, composta da Walter Verini e Alfredo Bazoli, ha ribadito che pur non essendoci un sistema di voto perfetto per il rinnovo del Csm, l'importante è non cristallizzare il bipolarismo tra due aree della magistratura, ma garantire il pluralismo. Una necessità espressa ultimamente da tutti i commentatori. Per questo si starebbe rafforzando l'idea di aumentare  a 20 i consiglieri togati. Il sistema resterebbe binominale, ma con l'aumento dei consiglieri da eleggere e dei collegi aumenterebbe il numero dei "migliori terzi", dando più spazio alle minoranze. Come ci ha scritto la senatrice della Lega Giulia Bongiorno « noi abbiamo fatto le nostre proposte con spirito costruttivo. Abbiamo sottolineato l'importanza di un sorteggio iniziale in base a dei requisiti. Poi sulla base di questo si potrà procedere alle elezioni.  Per noi è importante allargare il sorteggio», poi potrebbe andar bene anche il binominale, se non abbiamo capito male. Da Forza Italia parla l'onorevole Pierantonio Zanettin che nel suo incontro con la Ministra ha ribadito le richieste di Forza Italia: sorteggio temperato per l'elezione del Csm, mai più ritorno in magistratura per i giudici che fanno un'esperienza politica, un solo passaggio di funzioni in tutta la carriera da giudici a pm o viceversa, e il diritto di voto dei presidenti dei Coa sulle valutazioni di professionalità dei magistrati. « Ho apprezzato la disponibilità della Ministra al dialogo - dice Zanettin -  a cui ho ribadito che FI continua  a sostenere la proposta del sorteggio temperato per l'elezione della componente togata del Csm. Proposta che negli ultimi giorni ha ottenuto il sostegno anche del procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho e del prof Benedetti consigliere laico del Csm» proprio dalle pagine di questo giornale. Invece per il Movimento Cinque Stelle, come ci ha partecipato l'onorevole Eugenio Saitta, «il punto nodale rimangono le porte girevoli: su questo abbiamo fatto presente alla Ministra che non retrocediamo dalla proposta Bonafede. Sul resto siamo fiduciosi che in fase di discussione parlamentare potremo trovare delle convergenze». La Ministra sarebbe pronta a confermare la riduzione dei magistrati fuori ruolo, il cui numero andrebbe definito in fase di delega. Ma, ancor più importante, a Via Arenula sarebbero orientati per le valutazioni di professionalità ad includere, tra i parametri, anche la tenuta dei provvedimenti sui quattro anni. «Se queste ipotesi verranno confermate - ci dice l'onorevole di Italia Viva Lucia Annibali - potremmo dirci soddisfatti di questa riforma. Per noi infatti i tre punti cardini sono: fuoriruolo, valutazioni, diritto di voto per gli avvocati. Ora però aspettiamo di vedere il testo». Infine, il responsabile giustizia di Azione, l'onorevole Enrico Costa, non ha potuto prendere parte all'incontro con la Ministra ma ci ha ribadito: «La riforma del Csm rischia di essere timida e conservativa. Perciò inutile. Se non verranno introdotte norme nette per premiare il merito e sanzionare chi sbaglia, non la voterò, perché continueranno a proliferare le correnti. Stiamo apprezzando molto gli sforzi della Ministra, ma vediamo alcune forze di maggioranza troppo timide e in soggezione di fronte alle difese corporative delle toghe».

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