«I diritti dei rifugiati impegnano tutti i giuristi europei»

di Valentina Stella Il Dubbio 22 giugno 2018


«Quando si discute di dignità e solidarietà in merito al fenomeno migratorio, si parla di applicazione del diritto che impegna noi giuristi». Il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin interviene con queste parole alla tavola rotonda internazionale “Verso la riforma del sistema Dublino”, organizzata ieri presso la sede dello stesso Cnf con la Ccbe, che riunisce i Consigli nazionali forensi di tutti i Paesi Ue. E il rilievo di Mascherin non pare casuale, sia rispetto alle recenti polemiche sulla protezione internazionale, sia per il ruolo di mediazione svolto dall’avvocatura che alla luce dei fatti ricopre sempre più una funzione centrale per la democrazia. Avvocati ed esperti di diritto comunitario di tutta l’Unione si sono confrontati, dunque, sull’attuale regolamento comunitario che stabilisce i criteri per individuare lo Stato membro competente a ricevere la richiesta di asilo. Tema ancora più cruciale visto l’approssimarsi del vertice informale di domenica a Bruxelles su “Dublino IV”.  Tre sono i punti al centro del dibattito: innanzitutto il fallimento del Trattato sia in termini di garanzia dei diritti fondamentali e sia riguardo alle procedure, spesso troppo farraginose; la conseguente necessità da parte dell’avvocatura europea e in particolare di quella italiana di «fornire una risposta unitaria ed efficace al fenomeno delle migrazioni affinché tutta la comunità europea intraprenda un percorso che rispetti i diritti inalienabili delle persone», come ha ribadito l’avvocato Francesco Caia, coordinatore della commissione Diritti umani del Cnf; e ancora, la consapevolezza che ad essere in crisi non è il fenomeno migratorio in sé, più o meno costante, quanto la risposta politica dell’Europa. «Abbandonare 629 persone al loro destino in mezzo al mare», ha commentato José De Freitas, vicepresidente del Ccbe, in riferimento alla vicenda dell’Aquarius, «ha significato agire non rispettando la dignità di quegli esseri umani. I populisti si considerano coraggiosi e vengono acclamati per aver espulso delle persone. Ma tutto ciò», ha concluso l’avvocato del Foro di Porto, «è alimentato dal modo poco serio con cui l’Ue affronta la questione».Ecco perché il ruolo dell’avvocatura è centrale nel definire il quadro delle norme all’interno delle quali muoversi, nell’istruire i legali che vogliono operare per la salvaguardia dei diritti dei richiedenti asilo, nel collaborare con la Ue alla riforma del sistema di asilo, come ha fatto la commissione del Ccbe che ha lavorato alla modifica di alcuni specifici articoli del regolamento “Dublino III”.

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