Migranti: acque sempre più agitate tra Italia, Malta, Francia

di Valentina Stella Il Meridione 23 giugno 2018

La questione migranti non abbandona il centro del dibattito politico, sia italiano che europeo. In una intervista rilasciata oggi da Matteo Salvini allo Spiegel il Ministro dell’Interno risponde con un no alla richiesta di Angela Merkel su un accordo sui respingimenti ai confini: “Noi non possiamo prenderne uno di più, anzi ne vogliamo consegnare un paio”.  E da Massa Carrara, dov’era per la chiusura della campagna elettorale del candidato di centrodestra, ha attaccato il Presidente Macron che aveva tuonato contro “la lebbra populista”con un chiaro riferimento al governo italiano. Salvini lo ha definito “un signorino educato che eccede in champagne. Lui a Ventimiglia schiera la polizia, non rompa le scatole all'Italia. Ci dia il numero di telefono della sua capitaneria di porto e i prossimi 10 barconi vanno a Marsiglia”.  Si allarga invece il numero dei Paesi che si incontreranno domenica a Bruxelles alla riunione dedicata proprio alla crisi migratoria che in questi giorni sta dividendo più che mai l’Europa. Tuttavia, le speranze di trovare una soluzione sono vane. Comunque saranno sedici i leader che discuteranno del tema migrazione dopo che Italia e Grecia, alle prese con l'ondata di sbarchi, avevano  chiesto ai partner  della Unione Europea di condividere l'onere dell’accoglienza e della ripartizione. Per questo  il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha deciso ieri di estendere l’invito a partecipare anche ad altri Stati. “Abbiamo iniziato con un gruppo di otto  - ha detto il portavoce della commissione Alexander Winterstein - , siamo ora a 16 Paesi che hanno segnalato il loro interesse a prendere parte alla riunione informale”. Tra quelli che vi parteciperanno ci sono Italia, Belgio, Olanda, Grecia, Spagna, Malta, Germania, Francia, Bulgaria, Austria, Croazia, Slovenia, Danimarca, Finlandia, Svezia e Lussemburgo. I quattro Paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia), riuniti a Budapest, giovedì avevano annunciato il boicottaggio del summit.  Intanto ieri ancora nel mirino la nave di soccorso Lifeline  che sta navigando nel Mediterraneo con un carino di 239 migranti. Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli ha auspicato che venga aperto un procedimento penale nei confronti dell’equipaggio, spiegando che “il Governo olandese ha confermato che la Lifeline non è registrata ai registri navali olandesi, per cui è una nave fantasma, apolide e solo per questo deve essere sequestrata”.  Sul documento pubblicato da Lifeline via twitter in merito alla registrazione olandese della nave, Toninelli ha puntualizzato: “per me fa affidamento la nota ufficiale dell’amico governo olandese e non un documento di una nave privata di una ong privata che prende i finanziamenti non so da chi e non so per che cosa”. Ma lo scontro è anche con Malta: secondo alcune fonti governative dell’isola “malgrado la retorica di Salvini, né la Lifeline né il coordinamento di Roma hanno trasmesso a Malta una richiesta formale di accogliere la nave”. Per l’Italia, La Valletta mente: “ha avuto una richiesta ufficiale da Frontex – ha replicato sempre nella giornata di ieri il Ministro Toninelli -  che ha mandato questa comunicazione a Malta, sufficiente per l'apertura del porto". Nel pomeriggio poi la capitaneria italiana ha chiesto ufficialmente a Malta di far attraccare la Lifeline. E anche il Ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell ha avviato i contatti con Malta, Francia e Italia per coordinare i soccorsi della Lifeline. Intanto l’Unhcr - Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati -  ha reso noto che gli ultimi naufragi al largo della Libia hanno portato il bilancio delle vittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale ad oltre mille nel 2018, un numero definito “scioccante” per l’Agenzia con base a Ginevra, che sollecita una “azione internazionale urgente” per i salvataggi in mare.

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