Migranti: continuano gli sbarchi ma il flusso è in netta diminuzione

di Valentina Stella Il Meridione 24 giugno 2018

Situazione sempre più critica sul fronte immigrazione: ieri le autorità spagnole hanno soccorso 569 migranti  provenienti dall'Africa stipati su 21 imbarcazioni. Invece una nave cargo, la Alexander Maersk, battente bandiera danese, con a bordo più di 110 migranti soccorsi nella notte tra giovedì e venerdì, è da due giorni davanti al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa. Secondo quanto si è appreso, la nave, che non è minimamente attrezzata per l’accoglienza dei profughi,  è stata rifornita di viveri e di beni di prima necessità in attesa di ricevere l'autorizzazione a entrare nel porto. Una donna incinta sarebbe stata fatta evacuare e portata a terra. Intanto ieri al terzo giorno di navigazione con 239 migranti a bordo, la Lifeline ha lanciato una richiesta di soccorso:  "Ci troviamo a sud di Malta in acque internazionali. Alcune forniture sono esaurite, oggi abbiamo assolutamente bisogno di approvvigionamenti per la nave. Abbiamo bisogno di farmaci, coperte. Aiutateci". Nel frattempo, come reso noto su twitter dal premier maltese Joseph Muscatche che aveva negato l’attracco alla nave presumibilmente battente bandiera olandese,  unità militari maltesi hanno provveduto in tarda mattinata all'evacuazione sanitaria di uno dei migranti. Le trattative tra Italia, Spagna e Malta per decidere il porto di approdo non sarebbero state risolutive. Si è pensato persino ad una ripartizione dei migranti nei tre Stati. Intanto la Guarda Costiera italiana ha lanciato un messaggio circolare per tutte le imbarcazioni che si trovano in zona libica nel momento in cui si verifica una richiesta di soccorso: ‘non chiamate più noi’, le autorità competenti sono quelle libiche e bisogna coordinarsi in primo luogo con loro. Contemporaneamente il Ministro dell’Interno Salvini dalla sua pagina facebook ha alzato di nuovi i toni contro le ong: “queste navi si possono scordare di raggiungere l'Italia: voglio stroncare gli affari di scafisti e mafiosi!”. Anche se è di pochi giorni fa la notizia che il gip di Palermo, accogliendo la richiesta della Dda del capoluogo siciliano, ha archiviato l'indagine sulle ong Golfo Azzurro e Sea Watch escludendo da un lato i legami tra le due organizzazioni e i trafficanti di esseri umani libici e dell’altro che le associazioni umanitarie abbiano commesso il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Di ieri invece i dati sugli sbarchi di migranti in Italia che, secondo proprio il Viminale, sono in calo:  nel 2018 - dall'1 gennaio fino alle 8 del 22 giugno -  sono arrivati 16.316 migranti contro i 71.989 dello stesso periodo del 2017, con una diminuzione pari al 77,34% e contro i 56.382 del 2016 con un decremento del 71,06%. Un numero ancora più esiguo considerando soltanto i migranti provenienti dalla Libia che nel 2018  sono stati 11.288 con una diminuzione dell'83,67% rispetto al 2017 e del 79,98% rispetto al 2016. Ed con questi dati che si fa forte il presidente francese Macron in vista  della riunione informale di 16 Paesi dell’Unione che si terrà oggi a Bruxelles: l'Italia “non sta vivendo una crisi migratoria come c'era fino all'anno scorso. Chi lo dice, dice una bugia.  Chiediamo di non gestire caso per caso, proporremo uno schema chiaro: che lo sbarco di migranti rispetti le regole e i principi umanitari di soccorso e che avvenga nel porto sicuro più vicino”. Il numero uno dell’Eliseo ha poi aggiunto al termine dell'incontro  con il premier spagnolo, Pedro Sanchez: “una volta che i migranti sbarcano sul territorio europeo  siamo favorevoli a mettere in piedi dei centri chiusi, conformemente a quanto previsto dall'Unhcr con mezzi europei, che permettano una solidarietà finanziaria immediata, un iter rapido dei dossier, una solidarietà europea perché ciascun Paese accolga in maniera organizzata le persone che hanno diritto all'asilo”. Sempre più in bilico, invece, la cancelliera tedesca Angela Merkel che sarebbe al capolinea: a procurarle i guai maggiori proprio il problema sui rifugiati. Secondo un sondaggio condotto dall'istituto Yougov il 43% dei tedeschi pensa che dovrebbe dimettersi alla luce delle divergenze proprio sull'immigrazione avute con Horst Seehofer, suo ministro degli Interni nonché leader della Csu, alleato storico della Cdu. E sull’incontro di oggi e sul vertice del 28 e 29 giugno esprime pessimismo: «sappiamo che non ci sarà una soluzione a livello dei 28 Stati membri su un pacchetto d'insieme sui migranti». L'unica strada percorribile potrebbe essere piuttosto quella di accordi «bilaterali, trilaterali e multilaterali» tra i singoli Paesi.

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