Intervista a Magi su Spazzacorrotti

 di Angela Stella Il Riformista 31 marzo 2022

Ieri sera nell'Aula della Camera è tornato in discussione l'ergastolo ostativo ma per pochi minuti. Si sarebbe dovuto procedere alla votazione di alcuni emendamenti. Ma alla fine è stato tutto rinviato a stamattina alle 9 perché ci sono diversi punti da dirimere tra cui  un emendamento a prima firma Riccardo Magi (+Europa) sostenuto anche dalla dem Bruno Bossio e dal responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa che, se approvato, farebbe saltare il cuore della Legge Spazzacorrotti. Esso infatti punta a modificare l'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario nella parte riguardante i reati contro la PA. Come sappiamo la cosiddetta Legge Spazzacorrotti, fortemente voluta dall'ex Ministro Alfonso Bonafede, venne approvata nel 2019 e ha assimilato i reati contro la Pubblica Amministrazione ai delitti di criminalità mafiosa o terroristica.

Onorevole Magi questo suo emendamento ha messo in agitazione parecchi suoi colleghi.

Mi pare che ci siano molti problemi all'interno della maggioranza sul provvedimento in generale. Il risultato raggiunto in Commissione a parer mio non è per nulla soddisfacente in quanto non risponde ai rilievi della Corte Costituzionale e quindi probabilmente a maggio arriverà un giudizio negativo sulla sintesi trovata dalle forze politiche. Inoltre, temo che il Parlamento non voglia cogliere l'occasione che gli stiamo dando con il nostro emendamento per porre rimedio ad una grave stortura introdotta nel nostro ordinamento nel 2019. Mi riferisco all'equiparazione dei reati contro la Pa a quelli di criminalità organizzata e di terrorismo, proprio in riferimento al regime ostativo del 4 bis ord. pen.

Ma qual è il problema?

Alcuni colleghi sostengono che questo intervento che noi proponiamo sarebbe estraneo al lavoro che sta svolgendo il Parlamento. Ma non è così in quanto il tema della legge in discussione non è l'ergastolo in quanto tale ma proprio il regime ostativo e la sua costituzionalità. E quello che è stato previsto nel 2019 dalla Spazzacorrotti a giudizio dei maggiori giuristi italiani presenta degli enormi profili di incostituzionalità, tra cui quella equiparazione.

Proviamo ad immaginare come potrebbe andare il voto di oggi. Ci può aiutare a ricordare come andò quello sulla Spazzacorrotti?

Questo è il punto politico interessante. Quella legge fu votata dalla maggioranza gialloverde, quindi M5S e Lega. Il Partito Democratico definì quella legge 'spazzadiritto' e votò contro. È interessante ricordare a proposito del Pd che la riforma Orlando dell'ordinamento penitenziario, preceduta dai lavori della Commissione Giostra,  andava proprio nella direzione di rivedere i reati ostativi, riservandoli solo alle ipotesi associative. Forza Italia abbandonò l'aula nel momento del voto e presentò una pregiudiziale di incostituzionalità molto dura e puntuale che io votai. La Lega appunto votò a favore  perché all'epoca vi fu uno scambio tra i principali attori della maggioranza: ai Cinque Stelle fu concessa la Spazzacorrotti che stava molto a cuore al Movimento, e alla Lega la legge sulla legittima difesa. Ma il Carroccio si è poi pentito di quel voto, lo ha rinnegato pubblicamente e ha promosso i referendum con il Partito radicale sulla 'giustiziagiusta'. 

Quindi dovrebbe essere approvato?

Ci sarebbero le condizioni politiche per fare questo passo di civiltà giuridica. Da Italia Viva abbiamo già raccolto al momento un voto favorevole sul  nostro emendamento.Il Parlamento affermerebbe che l'efficienza e l'efficacia della giustizia non risiedono nelle misure che vengono introdotte da una spinta emotiva.

Ieri sera c'è stato questo rinvio per una nuova seduta del Comitato dei nove che precederà l'aula. Ma quindi ci potrebbero essere degli ostacoli al voto?

L'emendamento ormai è ammesso. Mi è stato chiesto di ritirarlo perché questo non è il momento politico adatto.

Lei cosa farà?

Assolutamente non lo ritiro.

Quindi oggi assisteremo ad una prova di coerenza dei partiti?

È esattamento questo il punto. Per i dem dovrebbe essere naturale sostenere il nostro emendamento, se non fosse per una generalizzata sudditanza psicologica e politica verso il M5S.

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