Cartabia pronta a resistere nel governo sul nome di Renoldi

 di Valentina Stella Il Dubbio 11 marzo 2022

Che cosa succede se nel prossimo Consiglio dei Ministri Movimento 5 Stelle e Lega si oppongono alla nomina di Carlo Renoldi quale nuovo capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria? I forti indizi che ci spingono a pensare che non sarà un passaggio facile per la Ministra della Giustizia Marta Cartabia, e quindi a porci la domanda, sono essenzialmente due: la campagna stampa alimentata dai due partiti contro il magistrato, la cui unica colpa è quella di essere costituzionalmente orientato sul tema carcere; il fatto che durante il plenum del Csm di due giorni fa, che ha approvato a larga maggioranza la delibera che dispone il fuori ruolo per Renoldi, il laico in quota M5s Fulvio Gigliotti si è astenuto, insieme a Nino Di matteo e Sebastiano Ardita, mentre ha votato proprio contro Stefano Cavanna , in quota Lega. Che partita dovrà giocare la Guardasigilli nel prossimo Cdm? Questa si intreccia sicuramente con quella più ampia che interessa la risposta politica all'emergenza carceraria. Ricapitoliamo brevemente: a fine novembre la Ministra in un evento pubblico organizzato dal Foglio disse che "Ci sono istituti penitenziari che gridano vendetta"; a fine dicembre la Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario, presieduta dal professor Marco Ruotolo, le ha consegnato la relazione finale che individua diverse soluzioni per migliorare la quotidianità dell'intera comunità penitenziaria. Dopo qualche giorno, la stessa Ministra ha promesso: "da gennaio il carcere sarà la mia priorità". In che termini, non lo abbiamo saputo. L'11 gennaio con una intervista a questo giornale, il dem Walter Verini, uno tra i parlamentari più vicini alla Ministra, tracciò nettamente i tre percorsi che si sarebbero potuti percorrere: "Non c'è dubbio - ci disse -  che la situazione attuale delle carceri sia molto difficile al momento ma oggi possiamo fare qualcosa di importante seguendo più strade: modifica del regolamento penitenziario, modifica delle leggi tramite percorso  parlamentare, ipotesi di decreto d'urgenza del Ministero. Che noi sosterremo pienamente". L'assist non è stato colto da via Arenula e purtroppo nulla è accaduto per sanare qualche ferita delle nostre carceri. E intanto la popolazione carceraria, come ha ricordato la radicale Rita Bernardini, continua a crescere: " Siamo arrivati a 54.645. 273 in più rispetto al mese precedente. Sono testimone di tante ingiustizie e di tanta disperazione". Che la nomina di Renoldi sia la prima azione concreta della Ministra per iniziare ad imporre la sua linea sul carcere? Quasi sicuramente sì, ma allora dovrà difendere strenuamente la sua scelta durante un Cdm che si prefigura divisivo. Da quanto abbiamo potuto apprendere la Guardasigilli manterrà il punto. Chi la conosce bene crede sia impossibile immaginare un suo passo indietro. Non potrà che sostenere la sua decisione, arrivata dopo una serie di colloqui con altri magistrati, e soprattutto perché è ricaduta su un giudice, che proviene da dieci anni di Sorveglianza a Cagliari,  il cui pensiero sul tema dell'esecuzione penale è in sintonia con il suo. Difendere Renoldi significa per la Cartabia difendere la sua cultura costituzionale sul carcere. Lo sappiamo, la maggioranza che sostiene il Governo è ampia, non tutti possono essere sempre d'accordo. Tuttavia questo non ha impedito comunque a Draghi e Cartabia di trovare la quadra su dossier forse più complessi della nomina del Dap, come la riforma del processo penale, ad esempio. Si presume, comunque, che in Cdm i favorevoli alla nomina di Renoldi saranno  Pd, Italia Viva, Forza Italia, mentre tra i contrari vedremo Lega, M5S e FdI. Da quanto abbiamo potuto capire comunque non si andrà alla conta, dovrà prevalere il buon senso tra i partiti. Ma se la Ministra riuscirà a far ingoiare il rospo ai contrari, come è probabile, dovrà pagare un prezzo? Non ci saranno più concessioni sul carcere? Ipotesi fantascientifica ci dicono fonti vicine alla professoressa. 

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