Valutazioni di professionalità, “bocciato” meno dell’ 1% delle toghe

 di Valentina Stella Il Dubbio 21 ottobre 2021

Tra il 2017 e il 2021 «le valutazioni negative di professionalità dei magistrati sono state in totale 35 (0,5%), quelle non positive 24 (0,3%), quelle positive 7394 (99,2%)»: sono questi i numeri forniti ieri al question time dalla Ministra della giustizia Marta Cartabia chiamata a rispondere ad una interrogazione dell'onorevole di Azione e +Europa Enrico Costa, il quale nella sua replica ha specificato: «le valutazioni di professionalità dovrebbero soffermarsi anche sull'esito degli atti dei magistrati. Non basta certo dire che gli imputati sono stati assolti per giudicare male un pubblico ministero. Ma non è neanche giusto che i risultati dell'attività non contino niente. Se un pm arresta 100 persone e quasi tutte vengono assolte, se un giudice in 4 anni vede annullare tutte le sue sentenze questo deve avere un rilievo sulla carriere. Oggi le promozioni sono di fatto automatiche e se tutti sono considerati bravi o bravissimi a fare da padrone sono le correnti. Dobbiamo lavorare su questo e sono certo lo faremo insieme per premiare il merito e la qualità». Che è lo stesso obiettivo dell'Unione delle Camere Penali Italiane. Prima di quella di Costa vi era stata un'altra interrogazione  presentata dall'onorevole di Coraggio Italia D'Ettore che, chiedendo quali iniziative il Ministro intenda intraprendere al fine di fare chiarezza a livello normativo, ha spiegato come « molti tribunali amministrativi, quali quelli regionali del Molise e da ultimo di Salerno, hanno respinto il ricorso in primo grado impedendo l'esercizio del diritto al patrocinio gratuito, interpretando il concetto di impugnazione come riferito all'atto amministrativo e non alla sentenza di primo grado, respingendo altresì la richiesta dei difensori di liquidazione delle spese per gratuito patrocinio. Qualora si riferisse erroneamente l'impugnativa all'atto iniziale di un procedimento giudiziario, l'eventuale pronuncia di inammissibilità scoraggerebbe qualunque difensore abilitato a prestare assistenza gratuita ai non abbienti, creando un problema sociale di enorme rilievo ». La Guardasigilli ha così risposto: «innanzitutto devo affermare che non sono competente come Ministro ad interferire sulle interpretazioni dei giudici. In questo caso, in particolare, non posso intervenire perché il problema interpretativo è originato dai tribunali amministrativi. L'ambito spetta alla Presidenza del Consiglio».


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