Commissione sulla magistratura: nulla di fatto

 di Valentina Stella Il Dubbio 9 ottobre 2021

Nulla di fatto due giorni fa nella prima riunione convocata dalle commissioni riunite Giustizia e Affari costituzionali della Camera per esaminare quattro proposte di legge (Gelmini, Delmastro Delle Vedove, Bartoluzzi, Turri) per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’uso politico della giustizia, fortemente voluta dal centro-destra. I relatori, gli onorevoli  Stefano Ceccanti (Partito democratico) e Federico Conte (Leu),  hanno invitato alla prudenza perché «i testi dovrebbero superare un duplice vaglio: il primo, più radicale, è di legittimità costituzionale; il secondo, più opinabile, di opportunità costituzionale». Insomma la strada è in salita nel merito ma anche per l'ostruzionismo di alcune forze politiche. L'onorevole di Forza Italia Pierantonio Zanettin, che invece si è speso molto per portare la pdl Gelmini in discussione, ha rilevato, come leggiamo dal resoconto, che «i pregiudizi iniziali sembrano permanere» e che quindi «a questo punto si debba imprimere una accelerazione ai lavori delle Commissioni riunite». Inoltre ha ritenuto «stupefacente che, a distanza di due anni e mezzo, si vada verso una sostanziale normalizzazione sul piano politico dell’affaire Palamara, sul quale pure sono stati versati fiumi di inchiostro», evidenziando «come non sia stata ancora varata la riforma del Consiglio superiore della magistratura, nonostante le previste elezioni dei membri togati per il prossimo luglio». Considerando «avvilente che si avvii la discussione di una proposta di legge dopo due anni dal suo deposito» si è augurato «che i lavori delle Commissioni riunite possano essere accelerati, traducendo le chiacchiere in atti concreti, al fine di arrivare all’insediamento della Commissione d’inchiesta prima di luglio 2022 e di fare luce su quello che dalla stampa e anche da molti parlamentari è stato definito come un fatto eclatante».  


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