L'arretrato giudiziario

 Di Valentina Stella Il Dubbio 11 ottobre 2021

L'arretrato giudiziario rappresenta il principale fattore di rallentamento dei processi e l'ostacolo pratico all'attuazione del diritto alla ragionevole durata.  L'Europa ci chiede di diminuire del 25% la durata del giudizio penale e del 40% quella del civile. A tale scopo sono state approvate due riforme che ci permetteranno anche di ricevere fondi per assumere nuovo personale atto a velocizzare la macchina giudiziaria. Ma qual è lo stato delle cose da cui partiamo? Guardiamo un po' di numeri.  Come si legge nella relazione sull'amministrazione della giustizia per l'anno 2020 «il totale dei fascicoli pendenti del settore civile nel 2020 risulta complessivamente stabile rispetto al 2019. Nel dettaglio, presso la Corte di Cassazione, in linea con la tendenza registrata negli anni precedenti, si mantiene un andamento crescente (+2,9%); in Corte d’Appello prosegue il trend decrescente degli ultimi anni (-4,8%); i Tribunali ordinari presentano un dato stabile rispetto allo scorso anno, i Tribunali per i Minorenni mostrano una decrescita pari all’1,3% e, da ultimo, la pendenza dei Giudici di Pace evidenzia una lieve crescita (+1,2%). Al 31 dicembre 2020 il numero totale di fascicoli civili pendenti era pari a 3.292.218».  Per quanto riguarda il settore penale, invece, « nel corso dell’ultimo anno  il numero complessivo di procedimenti penali pendenti presso gli Uffici giudiziari è rimasto stabile, attestandosi a 2.676.750 procedimenti alla data del 30 settembre 2020. Nei primi nove mesi del 2020, in relazione con il rallentamento delle attività dovuto all’emergenza epidemiologica, il totale dei procedimenti penali pendenti presso gli uffici giudicanti è cresciuto del 4,3%. Nello stesso periodo si è, invece, ridotto il numero di procedimenti pendenti dinanzi agli uffici requirenti (-2,7%). L’analisi dinamica su scala nazionale del dato  mostra che ad un generalizzato calo del numero delle nuove iscrizioni (-11,71% sul totale), corrisponde un altrettanto generale calo delle definizioni (pari al -16,40%). Globalmente, si registra un aumento delle pendenze pari all’1,51%». In particolare presso la Corte di Cassazione si registra una diminuzione delle iscrizioni e delle definizioni, rispettivamente nella misura del 18,62% e del 28,78%. Anche presso gli uffici di Corte di Appello il dato tra iscrizioni e definizioni segue un trend convergente. Ad un calo delle iscrizioni pari al 15,79% corrisponde una riduzione delle definizioni nella misura del 25,08%. Per gli uffici di Tribunale, nel complesso, l’anno giudiziario 2019/2020, rispetto al precedente, evidenzia una diminuzione delle iscrizioni (in calo del 14,35%) e delle definizioni (in calo del 19,43%). Ma il problema dell'arretrato non è uguale dappertutto, ovviamente.  Secondo il documento dal titolo “L’efficienza giudiziaria dei Tribunali civili in Italia”, elaborato dall’ufficio statistico del Csm nel 2019, anche grazie a dati disaggregati di via Arenula, «gli uffici più efficienti sono situati prevalentemente nel Nord Italia (Biella, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Ivrea, Novara e Savona) e sono soprattutto Tribunali piccoli o medio-piccoli. Vi sono cinque uffici del Sud Italia (Avezzano, Campobasso, Crotone, Napoli Nord, e Tempio Pausania) e uno del Centro (Livorno)». Un caso particolare tra i Tribunali efficienti è quello di Napoli Nord, «ufficio collocato nel Sud Italia e di medio-grandi dimensioni in cui, a fronte di un aumento di pendenze ultra triennali tra il 2016 e il 2017, un numero di procedimenti definiti per magistrato non molto alto e un indice di ricambio inferiore all’unità, si rileva la più bassa percentuale di pendenze ultra triennali sicuramente dovuta al fatto di essere un tribunale molto giovane che non ha “avuto il tempo di accumulare arretrato”». Inoltre secondo l’ultimo rapporto della Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ) relativo al biennio 2017-2018 un processo civile in Italia che attraversi tutti e tre i gradi di giudizio – Tribunale, Appello e Cassazione –  dura in media otto anni. Ciononostante, nel 2018 i processi che giungono al terzo grado di giudizio durano circa la metà (1.223 giorni) in Francia e (1.240 giorni) in Spagna, mentre circa un terzo (840 giorni) in Germania. In Europa, solo la Grecia ha una durata dei processi più elevata che in Italia per il primo grado di giudizio (610 giorni) e solo Malta per il secondo grado (1.120 giorni). Per quanto concerne la giustizia penale, le cose vanno leggermente meglio per il nostro Paese. Per i tre gradi di giudizio servono in media 1.367 giorni, circa la metà della giustizia civile. Nella comparazione con gli altri Paesi ne usciamo comunque piuttosto male: in Germania per i tre gradi servono 350 giorni, cioè circa un quarto del dato italiano. In Spagna 463, circa un terzo. 

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