Esame avvocato: si parte

 di Valentina Stella Il Dubbio 18 maggio 2021

Finalmente si parte con l'esame per diventare avvocato: nel pomeriggio di ieri si è scatenato molto fermento nei gruppi Facebook dedicati alle due nuove prove quando alcuni praticanti della Corte d'Appello di Milano hanno scritto di aver ricevuto la convocazione per sostenere il primo orale. Una data certa non c'è: ogni candidato riceve solo informazioni in merito alla propria convocazione, ma fonti ministeriali ci dicono che si dovrebbe partire nell'ultima settimana di maggio. Contemporaneamente dovrebbero iniziare anche Roma e Napoli. Il breve ritardo rispetto al 20 maggio potrebbe molto probabilmente derivare anche dal malfunzionamento della piattaforma del sito del Ministero della Giustizia avvenuta lo scorso giovedì e che, come hanno reso noto da via Arenula sabato,  «è pronta per essere riavviata. Si aspetta per la riattivazione che le Corti d’appello provvedano alla necessaria ricalendarizzazione delle convocazioni». Ieri vi è stato anche un altro importante passaggio: la Commissione Centrale costituita presso il Ministero della Giustizia ha reso pubblico un documento contenente le note esplicative per la formulazione dei quesiti e la valutazione dei candidati. Un risultato molto atteso dai 26mila praticanti, chiamati a confrontarsi con qualche timore con la nuova modalità di selezione, piena di incognite, nonostante le numerose raccomandazioni. Nelle premesse del documento la Commissione ricorda che «si tratta non solo della valutazione delle conoscenze, tradizionalmente riservata alla prova orale (ed estesa al più vasto ambito di materie), ma anche della verifica sul campo delle competenze, acquisite dal candidato durante il tirocinio sulle materie fondamentali (civile, penale, amministrativo), da applicare, in luogo che alla redazione dei canonici scritti (pareri e atto giudiziario), al rapido esame, inquadramento e prospettabile tutela, a fronte di una questione controversa che consenta pronto riscontro verbale. Costante il punto di partenza: la considerazione del caso concreto». In merito al perimetro delle materie e fonti da cui attingere, la Commissione specifica che «l’esclusione del libro VI del codice civile, così come la delimitazione della normativa amministrativa, lasciano integra la rilevanza dei fondamenti generali delle discipline escluse (quali il ricorso al processo e gli effetti del decorso del tempo, per il diritto civile, e i presidi di rilevanza costituzionale, per il diritto amministrativo, quali legalità, imparzialità e buon andamento dell’organizzazione e dell’azione amministrativa). Così pure si conferma la preferenza, in quanto fonte tradizionalmente prioritaria e anzi strutturale della casistica, del ricorso a significativi rescritti giurisprudenziali di legittimità e di merito, meglio se recenti, solo perché maggiormente accessibili e di più attuale interesse». La Commissione poi, nel documento consultabile sul sito del Ministero, elenca, a titolo puramente esemplificativo, un’ipotesi di questione per ciascuna materia (civile, penale, amministrativo). Per esempio, per quanto concerne il penale, leggiamo: « Tizio, ristoratore, si reca da un legale per rappresentare quanto segue. A seguito di un controllo effettuato dalla polizia giudiziaria presso il proprio ristorante venivano rinvenuti diversi alimenti surgelati, presenti nella cucina. Gli operanti contestavano che nei menu’ presenti nella sala del ristorante non erano indicati gli alimenti surgelati, che venivano quindi posti sotto sequestro. Venivano altresì rinvenuti e posti in sequestro alcuni granchi, aragoste ed astici detenuti vivi all’interno di un frigorifero a temperature prossime agli zero gradi centigradi. Il candidato, assunte le vesti del legale di tizio, esamini e illustri i profili di possibile rilevanza penale che emergono nel caso concreto e prospetti una linea difensiva, comprensiva delle iniziative che possono essere assunte». Ricordiamo, come evidenziato nelle precedenti linee guida per la formulazione dei quesiti, che la soluzione al quesito può non essere una sola. Infatti si andrà a valutare  «la capacità di individuazione di soluzioni, anche alternative, e prospettabili criticità». La dottoressa Claudia Majolo, presidente dell' U.P.A. - Unione Praticanti Avvocati, si dice «estremamente soddisfatta delle note esplicative alle linee guida della prima prova dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense. L’esplicitazione di un esempio di un quesito risponde all’esigenza, segnalata dalla mia associazione con un articolato scritto rivolto alla Commissione Centrale e da quest’ultima di fatto ratificato con queste note, di garantire un modello redazionale unico delle tracce. Plaudiamo, inoltre, all’esplicito riferimento alla brevità e all’idoneità della questione sottoposta al candidato. È una vittoria di U.P.A. che porta qualche certezza in più ai 26mila candidati che a breve si troveranno a sostenere l’esame. Come associazione, continueremo a lottare affinché si riesca a ottenere una centralizzazione dei quesiti, unica vera garanzia per avere un esame davvero uniforme su tutto il territorio nazionale». 


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