Cerciello Rega: ergastolo per i due americani

 di Valentina Stella Il Dubbio online 5 maggio 2021

Si chiude con due ergastoli il primo grado di giudizio per la morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega: alle 23 del 5 maggio, dopo circa 40 udienze e 13 ore di Camera di Consiglio, la Corte d'Assise di Roma, presieduta da Marina Finiti, ha condannato alla massima pena Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth.  I due imputati americani hanno assistito alla lettura del dispositivo. In aula anche Rosa Maria Esilio, vedova del brigadiere.

La storia è nota: nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 i due ragazzi in vacanza in Italia erano andati all’appuntamento con Sergio Brugiatelli, mediatore di un pusher (inizialmente tenuto fuori dalle indagini perché informatore dei carabinieri), al quale avevano sottratto lo zaino dopo uno scambio di droga finito male, per poi trovarsi davanti due uomini, i carabinieri Andrea Varriale e Mario Cerciello Rega, chiamati ad incontrarli per recuperare lo zaino. Durante l'appuntamento a Prati nasce una colluttazione e Elder pugnala per undici volte Mario Cerciello Rega. Secondo i suoi legali lo fece per legittima difesa putativa, perché i carabinieri non si sarebbero qualificati. Ma l'accusa ha sostenuto il contrario: i due ragazzi erano consapevoli di trovarsi dinanzi a due esponenti delle forze dell’ordine e li hanno aggrediti per sfuggire ad un probabile arresto.

«Chiedo alla Corte – aveva detto l'avvocato Renato Borzone nella sua arringa durata ben sei ore – il coraggio dell’indipendenza dalle aspettative della pubblica opinione».

Ma così non è stato. La Corte ha dunque creduto alla versione del collega di Cerciello Rega, Andrea Varriale: « Quando abbiamo visto i due abbiamo attraversato la strada e gli siamo andati incontro. Ci siamo avvicinati e abbiamo tirato fuori il tesserino e ci siamo qualificati dicendo 'carabinieri'. Eravamo a circa 3-4 metri. Poi abbiamo riposto i tesserini e ci siamo avvicinati per essere a mani libere».

Eppure Elder in carcere aveva detto alla madre di non sapere che fossero carabinieri. Vi avevamo anche raccontato della presunta manomissione delle traduzioni delle intercettazioni. La frase «Ho chiamato mia madre e le ho detto di trovarmi alla stazione di polizia e mi stavano dicendo che avevo ucciso un poliziotto» per i traduttori della Procura della Repubblica di Roma si è trasformata in una confessione: «Ho chiamato casa dicendo di aver fatto la decisione sbagliata colpendo un poliziotto». E qualche giorno fa in aula Borzone aveva ricordato una pesante omissione degli inquirenti relativamente alla intercettazione ambientale in cui Elder dice al suo legale americano che i poliziotti Rega e Varriale non avrebbero mostrato loro alcun tesserino: «They didn’t show anything, didn’t say anything (Non hanno mostrato nulla, non hanno detto nulla)» e ancora «I didn’t know that he was a cop. I thought he was a random criminal guy… mafia guy. (Non sapevo fosse un poliziotto. Pensavo fosse un malvivente… un mafioso)».


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