Atti penali bene i depositi analogici

 di Valentina Stella Il Dubbio 13 maggio 2021

Nel corso della seduta dell'11 maggio la Sottosegretaria alla Giustizia, On.le Anna Macina, ha risposto all’interrogazione a prima firma dell’On.le Devis Dori (M5S) del 22 febbraio scorso con cui – a seguito della lettera inviata dall'Aiga (Associazione Nazionale Giovani Avvocati) alla Guardasigilli – si chiedeva quali iniziative la Ministra Cartabia intendesse porre in essere per risolvere le problematiche relative al funzionamento del portale dei servizi telematici (pst), chiedendo la previsione di un metodo alternativo di deposito degli atti in caso di malfunzionamento dello stesso.  «L’On.le Macina - fa sapere l'Aiga -  ha ricordato che da aprile è stata prevista la possibilità del deposito analogico in caso di malfunzionamento del portale e, sotto il profilo tecnico, ha evidenziato che sono in corso continue implementazioni del sistema al fine di assicurare l’ulteriore miglioramento dei servizi del portale». Per il Presidente Aiga Antonio De Angelis:  «bene la previsione del cd. “doppio binario” per il deposito degli atti in caso di malfunzionamento e le implementazioni del sistema»;  tuttavia «devo constatare che il malfunzionamento del portale permane rendendo a tutt’oggi ancora difficoltoso lo svolgimento dell’attività professionale, anziché semplificarlo. Rinnoviamo quindi l’invito al Ministero di implementare il pst giustizia, anche attraverso l’individuazione di appositi fondi del Next Generation ». Sul tema si è espresso anche l'onorevole della Lega ed ex sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, anche lui autore di una interpellanza sul tema: « si auspica che venga consentito l’alternativo utilizzo del deposito a mezzo Pec senza limiti per tutti gli atti interessati dal sistema in attesa del perfezionamento e dell’efficientamento del portale, così da garantire certezza ed effettività al diritto di difesa». Sulla questione è intervenuta anche la deputata di Cambiamo! Manuela Gagliardi: « Dipendere da un sistema informatico, che sfugge a ogni controllo in caso di disservizio, mette a rischio la libertà personale e il diritto che ciascuno indagato ha di difendersi. Nei casi il sistema non funzioni, le varie corti d’appello e i vari tribunali hanno elaborato circolari esplicative su come procedere al deposito alternativo degli atti, così creando un federalismo processuale e giudiziario e una disparità di trattamento inaccettabile. Invito quindi il ministro a rendere facoltativo l’uso del sistema informatico affiancandolo al tradizionale deposito degli atti presso i tribunali, altrimenti si rimarrà ostaggi della discrezionalità dei magistrati e delle cancellerie». 

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