Meloni blinda la commissione antimafia

 Valentina Stella Dubbio 13 marzo 2024

La premier Giorgia Meloni blinda il lavoro della Commissione bicamerale antimafia, presieduta dalla fedelissima Chiara Colosimo, ed esclude la commissione d’inchiesta sul presunto dossieraggio su cui sta indagando la Procura di Perugia: « Non penso che la cosa vada vista così, penso che oggi ci sta lavorando la commissione Antimafia che è una commissione che ha poteri d'inchiesta e quindi credo che bisogna vedere dove riesce ad arrivare la commissione Antimafia e poi valutare se c'è bisogno di qualcos'altro» ha detto ieri a margine di un evento a Trento, quando le è stato chiesto se l'ipotesi di una commissione parlamentare d'inchiesta sul dossieraggio è da considerare tramontata. «Perché - ha argomentato la premier - è anche un tema di tempistiche: per istituire una nuova commissione ci vuole qualche mese. Per cui oggi abbiamo già una commissione che ci sta lavorando e penso che bisogna farla lavorare nel miglior modo possibile. All'esito del lavoro che farà la commissione antimafia, secondo me va valutato se servano altri strumenti. Il punto - ha rimarcato Meloni - è che bisogna arrivare fino in fondo perché quello che sta emergendo è obiettivamente incredibile e vergognoso per uno Stato di Diritto» Intanto si vengono a conoscere gli altri nomi degli auditi nella commissione bicamerale antimafia: il ministro della Difesa Guido Crosetto, autore dell'esposto da cui è partita l'inchiesta, il Guardasigilli Carlo Nordio, l'editore del Domani Carlo De Benedetti e il direttore Emiliano Fittipaldi, poi i rappresentanti dell'Ordine dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa italiana, Andrea De Gennaro, comandante generale della Guardia di Finanza, Michele Carbone, direttore della Direzione investigativa antimafia (Dia) ed Enzo Serata, direttore dell'Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d'Italia. Non potrà invece essere sentito l'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Secondo quanto ha appreso LaPresse, infatti, i presidenti delle Camere hanno manifestato l'impossibilità di audire un componente della stessa bicamerale e attualmente il deputato M5S è vicepresidente dell'Antimafia. Nel frattempo il responsabile Giustizia di Azione, il deputato Enrico Costa, chiede un'ispezione alla Procura del capoluogo umbro dopo il comunicato del Procuratore generale Sottani in merito alla fuga di notizie: «penso che l’invio di ispettori da parte del Ministro della Giustizia in una Procura dove si è verificata (a detta degli stessi PM) un’enorme fuga di dati sensibili, sia un atto inevitabile e urgente. Se Nordio non li ha inviati ci sarà un motivo. Sarebbe interessante conoscerlo». 


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