Ddl Nordio in aula ad aprile

 Valentina Stella Dubbio 29 marzo 2024

Il Ddl Nordio, quello che in primis prevede l’abolizione dell’abuso di ufficio, dovrebbe arrivare in Aula ad aprile per l’approvazione finale in seconda lettura: questa la time-line prospettata dalla Commissione Giustizia della Camera, ieri presieduta dal forzista Pietro Pittalis, dove si sono svolte ben diciannove audizioni. Otto delle persone ascoltate erano tra i trentaquattro già auditi nella medesima commissione di Palazzo Madama: da qui erano arrivate le critiche del responsabile giustizia Enrico Costa che punta all’accelerazione del via libera alla legge. Ora i gruppi avranno tempo fino alle 15 di mercoledì 10 aprile per presentare emendamenti. Complessivamente può dirsi che numerose sono state le critiche al ddl che porta il nome del Ministro della Giustizia.  Il primo ad intervenire è stato Enrico Infante, neo membro della Giunta dell’Anm, che ha ribadito i «toni prevalentemente critici» del ‘sindacato’ delle toghe. «Una abolizione secca dell'abuso di ufficio  - ha lamentato -  lascia scoperti troppi settori che invece avrebbero bisogno di sanzione: il sindaco che aiuta qualcuno nei quiz per un concorso, o il sindaco che toglie incarichi a chi si vuole presentare alle elezioni ed è un suo 'concorrente', o il primario che esclude un 'avversario' politico dalla sala operatoria, sono tutte condotte sanzionate in passato e che ora sarebbero depenalizzate», ha fatto presente Infante. Quante alle obiezioni sulla grande mole di archiviazioni dei processi per abuso d'ufficio che raramente si concludono con una condanna, il magistrato di MI ha rilevato che le archiviazioni «sono dovute al fatto che nel corso degli anni si sono introdotti più requisiti per la punibilità, come quello della intenzionalità, per cui alla fine il reato di abuso di ufficio si è 'sterilizzato'». Intervenuto anche il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone che ha partecipato le seguenti partecipazioni: «Esprimo particolari perplessità sull'abolizione del reato di abuso d'ufficio» fatto che comporterà «un arretramento significativo soprattutto verso i fatti corruttivi e renderà più difficile le indagini in questo settore». A suo avviso, dalla riforma «la lotta ai colletti bianchi che delinquono è indebolita». Quanto alla previsione della collegialità della decisione sugli arresti, Cantone ha fatto presente che, ad esempio, a Perugia «ci sono solo 5 gip e le incompatibilità renderanno difficile far funzionare i gip collegiali e si creeranno problemi nella gestione del quotidiano». Mentre per il Procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia « l'introduzione dell'interrogatorio preventivo e del gip collegiale previsti dal ddl Nordio non considera che i nostri processi, quelli per intenderci ai 'colletti bianchi', non riguardano mai un solo imputato, invece la riforma sembra pensare solo a processi con un solo imputato» con la conseguenza che «se io ti dico cinque giorni prima che sarai interrogato per una misura cautelare, non solo cresce il rischio che siano distrutti documenti e fonti di prova, oltre che il rischio di fuga, ma avvisare i coindagati significa creare un serio rischio di danno alle indagini». Francesco Petrelli, Presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, ha sottolineato invece: «gli altri auditi, in merito all’abuso di ufficio, hanno fatto riferimento agli obblighi internazionali e la Convenzione di Merida e anche una raccomandazione dell’Europa che ancora non è giunta in forma di direttiva secondo cui non esiste l’obbligo di prevedere nel sistema giuridico il reato di abuso d’ufficio, ma solo un invito». Altra questione «di grande interesse per l’avvocatura penale è quella relativa alle garanzie del difensore ed in particolare alla modifica dell’articolo 103. L’interruzione dell’intercettazione della conversazione tra avvocato e proprio assistito pone anche un problema di natura tecnica. Innanzitutto bisognerebbe comprendere in che modo l’operante possa venire a conoscenza che il dialogo intercorre effettivamente tra difensore e cliente. Bisogna poi comprendere se sotto un profilo tecnico sia possibile l’interruzione di una intercettazione. Le informazioni tecniche a disposizione ci dicono che il sistema dei server non consentirebbe all’operante una discrezionalità in ordine all’attivazione o disattivazione. Spesso poi l’operante non è in ascolto delle intercettazioni mentre esse si svolgono». Infine è intervenuto il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Giuseppe Busia: «se il ddl Nordio venisse approvato, sarebbe importante intervenire tempestivamente per il rafforzamento delle misure anticorruzione» perchè si creerebbero dei «vuoti di tutela».

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