Unicost: pratica a tutela magistrati catanzaro

 Valentina Stella Dubbio 28 luglio 2023

Una pratica a tutela dei magistrati del Distretto di Catanzaro: è la richiesta inoltrata al Comitato di presidenza del Csm da parte degli esponenti di Unicost, Marco Bisogni, Roberto D’Auria, Antonino Laganà e Michele Forziati. La ragione di tale iniziativa risiede nel fatto che « nelle ultime settimane la magistratura calabrese è stata bersaglio di diretti attacchi da parte del Coordinamento delle Camere Penali Calabresi che, in un comunicato diretto a proclamare l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per il giorno 20 luglio 2023, ha formulato commenti gravi e arbitrari che gettano discredito sulla magistratura calabrese e in particolare sui magistrati del distretto di Catanzaro». Secondo Unicost «il messaggio veicolato dal comunicato mortifica in modo inaccettabile il costante e silenzioso lavoro dei magistrati calabresi, da sempre unicamente finalizzato al doveroso esercizio della funzione giurisdizionale nell’osservanza della Costituzione e delle leggi. Si tratta di un lavoro che contribuisce alla diffusione di quella cultura di trasparenza e legalità fondamentale in territori ad alta densità criminale come quello calabrese». I penalisti calabresi avevano di fatto evidenziato «gravi violazione che il distretto di Catanzaro registra in materia di riparazione per ingiusta detenzione e trattazione degli appelli cautelari; celebrazione dei super-maxi processi, nel corso dei quali la difesa del cittadino, quasi sempre in vinculis (privato della libertà personale e patrimoniale) incontra limiti insormontabili, più volte denunciati; diritti fondamentali dei cittadini obliterati in nome di un ostentato efficientismo creato ad arte sulla pelle da chi li vorrebbe sudditi». Ne era già scaturita una risposta piccata da parte dell’Anm locale che pure invocava un intervento del Csm. E non è neanche la prima volta che si assiste ad uno scontro del genere e ad una richiesta di pratica a tutela. L’anno scorso furono i togati di Area a prendere la stessa iniziativa in relazione ad un’altra astensione sempre più o meno per gli stessi motivi. Così replica Valerio Murgano, Coordinatore della Camere Penali Calabresi: «nella richiesta di apertura di una pratica a tutela si etichettano come “gravi e arbitrari” i contenuti del nostro documento. E tuttavia, la corrente dell’Anm ha perso l’ennesima occasione per confrontarsi sul terreno della tutela dei diritti fondamentali degli individui che dovrebbe ispirare, come da Statuto, il proprio operato quotidiano. Avremmo voluto essere smentiti sui dati e sulle ragioni che hanno generato “l’emergenza giudiziaria” denunciata. Le conferenze stampa della Procura di Catanzaro sono diventate un mezzo di propaganda nel corso delle quali, gli indagati - e con essi la legge di matrice europea - vengono addirittura derisi schernendone la prerogativa di “presunti innocenti”. Peccato poi che molti, tanti, troppi di loro saranno dichiarati innocenti dopo aver patito mesi, anni di carcere preventivo. E poco importa se lo Stato dovrà risarcirli. È forse questo il “silenzioso lavoro dei magistrati” della Procura della Repubblica a cui si riferisce Unicost?  Noi penalisti chiediamo (solo) il rispetto delle regole e dei principi che animano il processo in una società democratica. L’unica pratica che andrebbe aperta in Calabria è quella a tutela della “legalità costituzionale”, mortificata dallo strapotere della magistratura requirente, dallo squilibrio interno alla magistratura, dalla contrazione all’esercizio del diritto di difesa e dalla lesione all’indipendenza della magistratura giudicante».


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