Caso Hasib: arrestato poliziotto

 Angela Stella Il Riformista 23 dicembre 2022

Lo avevamo ipotizzato qualche articolo fa: Hasib Omerovic, giovane sordomuto di etnia rom precipitato lo scorso 25 luglio dalla finestra della sua camera nel suo appartamento a Primavalle, o è stato spinto o si è lanciato per sfuggire ad una aggressione. Una terza via era difficile da immaginare ed infatti la seconda ipotesi sarebbe, al momento, quella più vicina alla realtà. Lo ha messo nero su bianco il gip di Roma che, dopo aver letto le richieste della Procura di Roma, ha notificato all’agente di polizia Andrea Pellegrini del commissariato di Primavalle una ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari con l’accusa di tortura e falso ideologico commesso da Pubblico Ufficiale in atti pubblici. Contestualmente sono stati notificati altri quattro avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti indagati, a vario titolo, di falso ideologico e depistaggio. Nonostante la vicenda sia ancora “fluida” scrive il gip su Pellegrini convergono “numerosi e robusti elementi indiziari”. Questo grazie a quanto emerso dalle indagini ma soprattutto dalle dichiarazioni “etero e (auto)accusatorie” di un suo collega. Proprio lui ha confessato: “Ho provato un senso di vergogna” per non essere intervenuto e fermare quanto stava accadendo. Nell'ordinanza il gip della Capitale scrive che il poliziotto, testimone oculare, “ha riferito di essersi in qualche modo determinato a sottoscrivere la relazione di servizio, il cui contenuto non era corrispondente a quanto avvenuto, perché Pellegrini è pur sempre un suo superiore, di cui in qualche modo subiva il 'peso' e gli atteggiamenti, e che soltanto quando la pressione delle notizie di stampa sulla vicenda si era fatta insostenibile aveva finalmente sentito l'esigenza di recarsi dal dirigente per 'riferire le cose come erano andate perché in queste situazioni è inutile cercare di nasconderle'”. A proposito della relazione di servizio, essa era stata fatta per “pararsi il c.. dall'onda di m...che quando arriva sommerge tutti”: è quanto affermato in un messaggio chat, citato nell'ordinanza cautelare, da un ispettore, in servizio presso la Squadra Mobile ad una collega ispettrice del commissariato Primavalle. Ma cosa sarebbe accaduto quel 25 luglio? Ecco cosa ricostruisce il gip in base alle informazioni fornite dalla Squadra Mobile, coordinata dal magistrato Michele Prestipino: Pellegrini sarebbe entrato “all'interno dell'abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo”, ha colpito Omerovic “con due schiaffi nella zona compresa tra il collo e il viso, contestualmente rivolgendo al suo indirizzo, con fare decisamente alterato, la seguente frase: 'non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina'” e dopo avere impugnato “un coltello da cucina” “lo brandiva all'indirizzo” dell'uomo. Pellegrini avrebbe poi sfondato la porta della stanza da letto di Omerovic, sebbene quest'ultimo “si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi”. Avrebbe poi costretto il 38enne a sedere su una sedia, avrebbe strappato un filo della corrente del ventilatore “ per legare i polsi di Omerovic brandendo" ancora una volta "all'indirizzo dell'uomo il coltello da cucina, minacciandolo, urlando al suo indirizzo la seguente frase 'se lo rifai, te lo ficco nel c...” e “lo colpiva nuovamente con uno schiaffo e continuava ad urlare nei suoi confronti, dicendogli ripetutamente 'non lo fare più'”. Mentre accadeva questo Hasib “è rimasto immobile a guardarlo terrorizzato”. Pellegrini e l’altro collega presente nella stanza escono. E con gli altri due parlano con la sorella di Hasib. Ad un certo punto sentono il rumore di una tapparella che si alzava, uno dei quattro agenti si dirige verso la stanza e vede Hasib scavalcare il davanzale e perdere l’equilibrio. Il poliziotto che ha descritto la presunta dinamica ha detto di aver avuto la sensazione che Hasib non volesse gettarsi ma trovare semplicemente una via di fuga.  Le condotte di Pellegrini vengono descritte dal gip come volte a “terrorizzare” Hasib, attraverso una “volontà ritorsiva”, “abusando della sua funzione” e “completamente “fuori controllo”. Per il deputato di +Europa Riccardo Magi, che ha sollevato il caso politicamente, “Quello che sta venendo fuori dall'ordinanza del gip è una dinamica che, se confermata, è di una gravità straordinaria: parliamo di tortura perpetrata in modo crudele nei confronti di un disabile”. Ha poi aggiunto: “è importante che l'inchiesta sia andata avanti e anche con tempi relativamente brevi, perché questa era la richiesta della famiglia che ho provato a sostenere e ad aiutare in tutti modi rendendo pubblica questa vicenda quando non se ne sapeva nulla”. Mentre per Carlo Stasolla, dell'associazione ''21 luglio'', l'ordinanza del gip “è sicuramente importante, perché ancora Hasib e la sorella non sono stati sentiti. Quindi tutti i particolari riferiti agli eventi vengono dagli altri agenti. Il muro di omertà che pareva esserci dentro la polizia sembra ora essersi rotto”. “Un caso che rivela tutti i dati inquietanti evidenziati nell''esposto presentato ad agosto scorso dai familiari di Omerovic – ha invece commentato il legale della famiglia, Arturo Salerni -  La famiglia di Hasib ha comunque appreso con soddisfazione gli sviluppi dell'inchiesta della procura di Roma e ha apprezzato il lavoro dei magistrati, attenti e rapidi nello svolgimento delle indagini”. Intanto Hasib sta meglio, ha iniziato a respirare da solo, mangia autonomamente e fa qualche passo. Non ha una coscienza piena e non gli è stato fatto riferimento all'accaduto. Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha invece dichiarato: “È una vicenda grave, il primo sentimento è di rammarico per quello che è successo e la vicinanza alla famiglia: speriamo si possa riprendere”. 


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