E' tornato Nordio

 Angela Stella il Riformista 7 dicembre 2022


Lo aveva detto qualche giorno fa alla Fondazione Einaudi: “Far parte del Governo può limitare le aspettative e le volontà di Nordio come scrittore e modesto giurista ma ciò non vuol dire che le mie idee liberali sono cambiate o sono annacquate”. Ieri, nell’illustrare le linee programmatiche del suo Dicastero dinanzi alla Commissione Giustizia del Senato, il Ministro della Giustizia ha riaffermato con molto vigore quei principi, ha riconfermato con forza la sua intima convinzione della giustizia, la stessa che ci aveva partecipato in questi anni nei suoi scritti. Lo ha fatto riproponendo i soliti suoi cavalli di battaglia. Riforma penale “Occorre una riforma del codice penale, adeguandolo nei suoi principi al dettato costituzionale e una completa attuazione del codice Vassalli – ha detto - . Una riforma garantista e liberale che può essere attuata in parte con leggi ordinarie e, negli aspetti più sensibili, con una revisione della Costituzione”.  Alla base “valori primari”.  Presunzione di innocenza. “Essa è stata e continua a essere vulnerata in molti modi: l’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata, l’azione penale diventata arbitraria e quasi capricciosa, l’adozione della custodia cautelare come strumento di pressione investigativa, lo snaturamento dell’informazione di garanzia diventata condanna mediatica anticipata e persino strumento di estromissione degli avversari politici”. Contro l’abuso della custodia cautelare Essa, “proprio perché teoricamente confligge con la presunzione di innocenza, non può essere demandata al vaglio di un giudice singolo”. Per Nordio sarebbe “più ragionevole” “spostare la competenza dal Gip a una sezione costituita presso la Corte d’Appello, con competenza distrettuale. Avremmo l’enorme vantaggio di una maggiore ponderatezza della decisione e anche di omogeneità di indirizzo”. Intercettazioni “In Italia il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche, fino al trojan e un domani ad altri strumenti, è di gran lunga superiore alla media europea, e ancor più rispetto a quello dei paesi anglosassoni. Il loro costo è elevatissimo, con centinaia di milioni di euro all’anno. Gran parte di queste si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla”. Addirittura, sostiene il Guardasigilli, “la loro diffusione, talvolta selezionata e pilotata, costituisce uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica. Si tratta di sostanziali violazioni dell’articolo 15 della Costituzione, che fissa la segretezza delle comunicazioni come interfaccia della libertà”. Pertanto “ne proporremo una profonda revisione, e comunque vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione arbitraria o impropria”, precisando poi, nella risposta al Senatore Scarpinato (M5S) che contestava la razionalizzazione delle stesse, che “su questo punto il ministro sarà estremamente rigoroso: ogni volta usciranno sui giornali violazioni del segreto istruttorio in tema di intercettazioni l’ispezione sarà immediata e rigorosa”. Pena “Essa dev’essere certa, eseguita, rapida e soprattutto proporzionata al crimine commesso” ma “certezza e rapidità della pena non significano tuttavia sempre e solo carcere”. Per i “reati minori” “in termini giuridici e razionali è meglio la concreta esecuzione di una pena alternativa”. Suicidi in carcere (ieri il garante Palma ha scritto in una nota che “nel 2022 in carcere il tasso più alto di suicidi degli ultimi 10 anni”) Nordio ha ripetuto: “abbiamo vissuto con grande dolore la sequenza di suicidi, anche per questo il ministero si sta attivando con una pressante energia per limitare i tagli previste dalla legge di bilancio e per devolvere al settore eventuali risorse disponibili”. Il ruolo del pubblico ministero. Se “nell’ordinamento anglosassone la discrezionalità dell’azione penale è vincolata a criteri oggettivi” nel nostro Paese “l’obbligatorietà è stata mantenuta” e “si è convertita in un intollerabile arbitrio”. Per Nordio il pm “può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza dover rispondere a nessuno. Un tale sistema conferisce alle iniziative - e talvolta alle ambizioni - individuali di alcuni magistrati, per fortuna pochi, un’egemonia resa più incisiva dall’assenza di responsabilità in caso di mala gestione”. Separazione delle carriere Inoltre con il codice di procedura penale del 1988 tutto è cambiato: “il pm è una parte pubblica a tutti gli effetti ma è pur sempre una parte. E quindi non ha senso che appartenga in tutto e per tutto al medesimo ordine del giudice”. Giudizio disciplinare Un “nodo problematico”, secondo Nordio perché i componenti della sezione disciplinare “sono eletti con criteri di appartenenza correntizia da quegli stessi magistrati che vengono poi giudicati”. Un passaggio di “buon senso”, secondo lui, “può essere lo spostamento del giudizio disciplinare dal Csm a una Corte disciplinare terza, non elettiva e individuata con criteri oggettivi, per esempio tra ex presidente della Cassazione o di alte giurisdizioni o ex giudici della Consulta, nominati dal capo dello Stato”. Le reazioni politiche Pareri positivi da Enrico Costa, vice segretario di Azione: “Nordio ineccepibile”; dal leader della Lega Matteo Salvini : “Bene il ministro Nordio, avanti con la separazione delle carriere e una Giustizia più giusta ed equa”; da Pierantonio Zanettin (Forza Italia): “Ho sinceramente apprezzato la relazione del ministro Nordio, tutta ispirata a principi liberali e garantisti. Da applausi è stata la critica alle intercettazioni, alle degenerazioni della custodia cautelare ed al processo mediatico. Assolutamente condivisibili appaiono la severa critica all'obbligatorietà dell'azione penale, che troppo spesso oggi si risolve in un potere arbitrario e discrezionale, nonché le proposte di depenalizzazione e semplificazione della legislazione penale”. Da Giorgia Meloni: “l’approccio disegnato da Nordio è un approccio che il governo condivide. Io sono sempre stata convinta e rimango convinta del fatto che una riforma della giustizia debba avere due grandi obiettivi, le garanzie agli imputati e agli indagati e garantire la certezza della pena quando la sentenza passa in giudicato e credo che l'approccio che Nordio disegna sia di questo tipo”.  Negativo quello del Pd col senatore Alfredo Bazoli: “Nella lunga e articolata relazione del ministro Nordio abbiamo trovato alcune buone intenzioni, tante contraddizioni e qualche nota preoccupante. Bene l'intenzione di portare a compimento la riforma Cartabia, ma perché allora rinviarne l'entrata in vigore di due mesi? Richiami a innovazioni nelle carriere dei magistrati ma ambiguità sulla riforma del Csm già approvata che le modifica. Tante parole sul garantismo, peraltro contraddette da una norma sul rave scritta in violazione di ogni principio di tassatività, offensività, proporzionalità. Accenni preoccupanti poi a riforme come la separazione delle carriere in grado di provocare nuove profonde spaccature nel mondo della giustizia, invece di puntare a riforme condivise come l'istituzione dell'Alta Corte di giustizia”. 

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