Prescrizione torna a far discutere

 Angela Stella il Riformista 29 dicembre 2022

Il tema della prescrizione piomba nuovamente al centro del dibattito politico attraverso l’iniziativa del solito Enrico Costa, vicesegretario e responsabile giustizia di Azione che ha presentato un ordine del giorno, sottoscritto da tutto il Terzo Polo, che verrà discusso stamattina alla Camera. Obiettivo? Ritorno alla prescrizione ante Bonafede, ossia alla Legge Orlando. Renzi e Calenda lo avevano inserito tra i punti del programma prima delle elezioni del 25 settembre: ripristino della prescrizione sostanziale per superare quella processuale della riforma di mediazione Cartabia.  “Abbiamo presentato alla Camera un odg che impegna il Governo a ripristinare la ‘disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio’, rimuovendo le criticità attuali derivanti dalla “Spazzacorrotti”. Se passa è un grande risultato” dice il deputato. Certo, sappiamo bene quale sia la forza propulsiva di un ordine di giorno ma l’iniziativa rappresenta un banco di prova importante per stanare innanzitutto le posizioni dei vari partiti e valutare la loro coerenza. Come si legge nell’odg se è vero che nella riforma di mediazione Cartabia del processo penale “figurano le disposizioni in materia di prescrizione, intese a rimediare alle criticità della legge 9 gennaio 2019, n. 3 – la così detta “Spazzacorrotti” – la quale aveva modificato l’articolo 159 del Codice penale, prevedendo che il decorso della prescrizione subisca una sospensione dopo la pronuncia della sentenza di primo grado”, tuttavia essa “non ha modificato il principio di sospensione della prescrizione sostanziale dopo la sentenza di primo grado fissato dalla riforma Bonafede, configurando piuttosto un’ipotesi di improcedibilità in appello”. Quindi per Costa “pur dovendosi apprezzare la scelta di ovviare alle macroscopiche criticità derivanti dalla c.d. “Spazzacorrotti”, non può non rilevarsi la necessità di ripristinare definitivamente la disciplina sulla prescrizione in un quadro di coerenza sistematica; l’allungamento dei tempi processuali non solo collide con gli obiettivi del PNRR che, al contrario, ne impongono una significativa riduzione, ma si pone altresì in aperto contrasto con i princìpi costituzionali di presunzione d’innocenza, funzione rieducativa della pena e ragionevole durata del processo”. Nell'ordine del giorno, Costa spiega anche le ragioni per cui la sua proposta è compatibile con il decreto anti-Rave e quindi può essere ammessa: in pratica il decreto – legge in conversione reca alcune disposizioni concernenti l’entrata in vigore della riforma Cartabia del processo penale, la quale contiene disposizioni in materia di prescrizione. Da qui la coerenza con l’esame dell’odg. Dal punto di vista politico sarà interessante capire cosa farà il Governo. Al momento non è ancora chiaro se l’Esecutivo darà il parere positivo. Ricordiamo che la Lega quando era al Governo con il Movimento Cinque Stelle votò la Spazzacorrotti per poi fare autocritica. Forza Italia e Fratelli d’Italia non dovrebbero esitare un momento ad essere favorevoli all’odg di Costa. Soprattutto il partito di Giorgia di Meloni dall’opposizione nella scorsa legislatura aveva criticato l’istituto dell’improcedibilità, adottato dalla Cartabia. Come disse il senatore Balboni “noi abbiamo sempre sostenuto che il nuovo istituto avrebbe allungato i tempi dei processi”. Ma prima ancora avevano chiesto di superare la Bonafede.  Una soluzione, quella dell’improcedibilità, criticata dagli accademici, dagli avvocati ma persino dai magistrati, che lamentano problemi di applicabilità e complessità della disciplina. Addirittura l’ex presidente della Consulta Giorgio Lattanzi, a capo della Commissione voluta dalla Cartabia, aveva scartato quella opzione. Se è scontato il voto contrario del Movimento Cinque Stelle, che male aveva digerito la riforma Cartabia e che nel programma elettorale aveva inserito il ritorno alla Bonafede originaria, un altro dato politico importante sarà vedere cosa farà il Partito democratico. Sarebbe paradossale se non fosse d’accordo a tornare ad una legge che porta il nome di un loro big. Da quanto apprendiamo tra i dem sono in corso delle valutazioni. Ritengono la riforma Orlando come la migliore possibile, tanto è vero che l’avevano proposta nel corso della discussione sulla riforma del penale a firma Cartabia. Detto questo ritengono di essere davanti alla solita strumentalizzazione di Costa per avere visibilità.

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