Caso Omerovic: agente nega le accuse

 Di Valentina Stella Il Dubbio 28 dicembre 2022

Non l’ho picchiato né legato: ha negato ogni accusa davanti al gip Andrea Pellegrini, l'agente di polizia del commissariato di Primavalle ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sul caso di Hasib Omerovic, il 36enne sordomuto di origine rom precipitato dalla finestra del suo appartamento a Primavalle (Roma) il 25 luglio scorso. Pellegrini, accusato del reato di tortura, nel corso dell'interrogatorio di garanzia oltre a negare di avere picchiato e legato Omerovic ha riferito che quando è caduto dalla finestra il poliziotto più vicino, pur stando in un'altra stanza, era proprio Fabrizio Ferrari, l'agente che ha collaborato con gli inquirenti, sostenendo che l’ordine di servizio era falso e accusando il collega. Nel corso dell'interrogatorio durato due ore l'indagato, secondo quanto riferiscono i difensori Eugenio Pini e Remo Pannain, ha negato qualsiasi forma di violenza respingendo le contestazioni che gli vengono mosse. L'agente ha riferito, sempre secondo la difesa, che gran parte delle dichiarazioni fatte da Fabrizio Ferrari non corrispondono alla verità.  “Ha fermamente negato tutte le azioni che gli sono state contestate, ovvero di non aver mai tirato schiaffi o urlato contro Hasib - spiega Pannain - e anche dopo le domande poste a chiarimento delle sue dichiarazioni ha precisato una cosa ovvia e logica: 'se io lo dovevo legare il ragazzo non avrei usato il fil di ferro, ma lo avrei ammanettato’”. “Sono certo che la procura rivedrà le proprie determinazioni dopo aver escusso anche gli altri indagati”, ha aggiunto Pannain. Oltre a Pellegrini il gip ha ascoltato anche altri due agenti indagati e per i quali l'accusa è di falso. Anche l'agente Alessandro Sicuranza, accusato appunto di falso, davanti al gip ha respinto le accuse: “si è svolto tutto nella piena legalità, non ci sono stati coltelli branditi o polsi legati né sono state commesse torture”, ha detto. Secondo il gip invece Pellegrini sarebbe entrato “all'interno dell'abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo”, avrebbe colpito Omerovic “con due schiaffi nella zona compresa tra il collo e il viso, contestualmente rivolgendo al suo indirizzo, con fare decisamente alterato, la seguente frase: 'non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina'” e dopo avere impugnato “un coltello da cucina” “lo brandiva all'indirizzo” dell'uomo. Pellegrini avrebbe poi sfondato la porta della stanza da letto di Omerovic, sebbene quest'ultimo “si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi”. Avrebbe poi costretto il 38enne a sedere su una sedia, avrebbe strappato un filo della corrente del ventilatore “per legare i polsi di Omerovic brandendo" ancora una volta "all'indirizzo dell'uomo il coltello”. 

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