Area convoca Nordio in Csm

 Angela Stella Il Riformista 10 dicembre 2022

Non si placano le polemiche in merito alle linee programmatiche illustrate dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio alle Commissioni giustizia di Senato e Camera. Come ha scritto ironicamente – ma non tanto – Filippo Facci,  «la nazionale magistrati ha dimostrato di avere la panchina lunghissima: ieri allo stadio Giornaloni (Corriere-Repubblica-Stampa) è stata schierata la formazione Rebibbia, composta da giornalisti e forcaioli che indossavano la maglietta ‘Black Toga Matters’». Aveva poi precisato: «Informazione di servizio: si avvisa che la prevista disamina degli articoli del Fatto Quotidiano è rinviata a data da destinarsi». Noi lo abbiamo letto e vi abbiamo trovato, dopo l’editoriale di Travaglio ‘Corea del Nordio’, un pezzo di Piercamillo Davigo ingaggiato o autopropostosi per criticare le previsioni di riforma del Guardasigilli in materia di intercettazioni. Per lui si tratta di «affermazioni in parte errate e in parte vaghe e superficiali». Da Repubblica è stato l’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick a criticare la direzione segnata dal suo ex collega: «Non mi piace più come ministro della Giustizia dopo i suoi discorsi in Parlamento». Per Flick, l’attacco di Nordio soprattutto al lavoro dei pubblici ministeri si spiegherebbe così: «ne parla troppo male per non ingenerare il sospetto di un inconscio freudiano e di una latente rivalsa». Due giorni fa era stato un altro ex magistrato, Armando Spataro, dalle pagine de La Stampa a prendersela con Nordio, con un pezzo dal titolo “Il solito progetto salvifico berlusconiano che finirà per sottoporre i pm ai politici”. Si è chiesto Spataro: «ma questo ministro ha mai svolto il lavoro di magistrato o è sempre stato un politico di professione?». L’unico a mostrare una apertura a Nordio è stato Luciano Violante, ex presidente della Camera ed x magistrato, dalle pagine di QN (Giorno- Carlino – La Nazione): «I magistrati discutano con freddezza e avanzino proposte. Non si può negare un certo arbitrio nell'esercizio dell'azione penale. Sì alla riforma delle intercettazioni. Le norme ci sono, applichiamole». Ma intanto sono i magistrati ancora in funzione a richiamare il Ministro della Giustizia all’ordine: i consiglieri di AreaDg al Consiglio Superiore della Magistratura -  Giuseppe Cascini, Elisabetta Chinaglia, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano e Giovanni Zaccaro – hanno inviato al Comitato di presidenza una richiesta: il Csm convochi un plenum con Nordio per un «confronto istituzionale sulle ricadute delle riforme proposte sulla organizzazione del sistema giudiziario e sulla efficacia della azione di contrasto alla criminalità». Nell'istanza, i consiglieri sottolineano la necessità di un confronto alla luce delle dichiarazioni del Guardasigilli in Parlamento, nelle quali «ha manifestato l'intenzione del Governo di procedere ad interventi molto incisivi sull'assetto ordinamentale del pubblico ministero e sulla utilizzazione delle intercettazioni come strumento di indagine». E va inoltre considerato, hanno concluso i consiglieri, che «le riforme annunciate avrebbero un rilevante impatto sul funzionamento del sistema giudiziario, e in particolare sulla indipendenza dei magistrati del pubblico ministero e sulla efficacia delle attività di indagine». Dal campo politico è arrivato l’attacco da parte del Movimento Cinque Stelle, attraverso una nota di Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D'Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato, rappresentanti M5S nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato: «La Giornata internazionale contro la corruzione si celebra a poche ore dall'illustrazione dell'inquietante piano di riforma della Giustizia esposto dal ministro Nordio e dalla maggioranza. Il loro è un autentico attacco alla magistratura e a tutto l'impianto a difesa della legalità, con particolare attenzione a non disturbare più i colletti bianchi protagonisti dei reati di corruzione e concussione».  In difesa di Nordio Raffaella Paita, presidente del Gruppo Azione-Italia Viva in Senato che con un tweet ha risposto alla nota del Pd che teme che una questione come la separazione delle carriere possa essere troppo divisiva: «La collega Serracchiani si dice preoccupata per le posizioni espresse dal Ministro Nordio. Io sono preoccupata che i principi di civiltà che Nordio vuole difendere non siano condivisi da lei e dal Pd». 

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